Aveva la matricola abrasa e quidi era detenuto illegalmente il fucile calibro 12 trovato vicino a Nathan Labolani, 19 anni, ucciso domenica scorsa a Apricale (Imperia) da un cacciatore di 29 anni di Ventimiglia, che ha sparato scambiandolo per un cinghiale durante una battuta di caccia.
Lo si apprende da fonti inquirenti. Il pm Luca Scorza Azzarà che indaga sulla vicenda, nel frattempo ha disposto l’autopsia che sarà eseguita oggi dal medico legale Sara Lopinto di Genova.
Nathan è stato ucciso da un solo colpo esploso da una carabina Winchester 300 magnum. Il suo corpo è stato trovato accovacciato dietro un cespuglio e lo zaino che aveva con sé, che conteneva anche una cinquantina di munizioni, è stato sequestrato dall’autorità giudiziaria.
«Dicano tutta la verità. – ha detto il padre della vittima, Enea Labolani – C’è un giallo che va chiarito. Come mai il corpo di mio figlio è stato passato da parte a parte, ma il suo zaino non aveva una macchia di sangue?».
«Anche se mio figlio avesse avuto un fucile, non è stato lui a sparare. Nulla giustifica la sua morte. Avrebbe potuto avere un bazooka o una canna da pesca, ma nulla cambierà quello che è successo. Ora, voglio soltanto giustizia» ha concluso Enea Labolani.
- foto di repertorio