• Editoriale
  • Università e sanità, tutto a Campobasso?

    Una puntata da non perdere, quella di Moby Dick magistralmente condotta da Giovanni Minicozzi che su Telemolise ha messo a confronto i quattro candidati per il Senato al collegio uninominale del Molise.

    Un confronto autentico, pacato nei toni ma serrato nei contenuti (lavoro, economia, scuola, sanità, assetto istituzionale), che ha visto emergere sostanziali differenze di visione politica, di cultura e di personalità.

    Accanto a temi di carattere generale non sono mancati chiari riferimenti alle aree interne ed alle loro problematiche più strettamente locali.

    Ad esempio Colavita, del Pd, ha duramente criticato la gestione dell’Università, stigmatizzando la dispersione di sedi che comporta dispersione di energie ed uno scadimento della qualità dell’offerta formativa. Tutti a Campobasso, insomma. Il rettore Palmieri, di LeU, ha ribattuto rivendicando con orgoglio la scelta di istituire sedi decentrate come quella di Agnone, vedendo viceversa nella scelta del radicamento e della diffusione territoriale dell’Ateneo un punto di forza.

    Anche sulla sanità non sono mancati spunti interessanti. Per Di Marzio, candidato del movimento 5 Stelle e già direttore sanitario del Cardarelli, una buona sanità non può che essere pubblica ma necessita di centralizzazione e di cure non necessariamente nel posto più vicino, ma valide ed efficienti, cosa non praticabile dove i piccoli bacini di utenza (leggi piccoli ospedali) non permettono, a suo  dire, il raggiungimento di standard di sicurezza e qualità. Anche per lui,quindi,  tutti a Campobasso. Michele Iorio, candidato della coalizione di centro-destra, ha criticato gli accordi di confine sia per la loro opacità che per il danno che provocherebbero alla già provata sanità molisana, di cui ha rivendicato la strenua difesa contro i tavoli tecnici e i diktat romani a cui l’attuale governo regionale si sarebbe supinamente piegato.

    Divaricato il ventaglio di opinioni sull’autonomia regionale: mentre Colavita non nasconde la sua preferenza per le macro-regioni (Marche-Abruzzo-Molise) e Di Marzio valuta in maniera assolutamente il modo con cui è stata gestita nel tempo la regione, Palmieri ritiene che il tema non sia nell’agenda della prossima legislatura. A Iorio il compito di difendere con convinzione l’autonomia regionale come valore assoluto e imprescindibile contro ogni ipotesi di smembramento..

    Naturalmente è difficile riassumere e sintetizzare quanto è stato detto in più di un ora e mezza.

    Il nostro consiglio è di riascoltare Moby Dick sul web; potrà essere utile agli elettori a chiarirsi le idee in vista del prossimo 4 marzo.

    Ricordandosi, e magari ricordando anche ai candidati, che non si vota solo a  Campobasso o per Campobasso……E complimenti a Minicozzi!

                                                                                                                                                       di Italo Marinelli

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