(ANSA) – PESCARA – «Vicinanza a tutte quelle imprese che si sono viste dover chiudere improvvisamente le proprie attività per via dell’ordinanza Regionale n.7 che dispone l’ingresso in zona rossa di tutti i comuni della provincia di Pescara e di Chieti: a farne le spese sono nuovamente i ristoratori». A sottolinearlo la presidente della Ascom Abruzzo Pescara, Francesca Della Torre, che chiede «per queste attività economiche un risarcimento serio e sostanziale non irrisorio come è avvenuto finora, risarcimenti basati sui mancati introiti e sulle merci acquistate che saranno ahimè costretti a buttare».
«A pensare che, con il passaggio in zona gialla, durato poco meno di un attimo, avevano ricominciato a sperare – aggiunge – a rivedere rifiorire le proprie attività con tutte le difficoltà del caso, avevano deciso di ripuntare ed investire i propri denari per far ripartire le proprie attività avviate con molti sacrifici. Oramai è passato un anno e francamente sono stanchi di aver paura di programmare le proprie attività. Hanno assunto tutte le precauzioni del caso per evitare i contagi e si trovano di nuovo a dover chiudere. Perché non lasciarli aperti indipendentemente dal colore della zona ed intensificare i controlli? Oramai sono attività economiche che non hanno più credibilità neanche a livello finanziario in quanto considerate partite iva a rischio. La maggior parte di loro si è vista respingere dai propri istituti bancari anche le richieste di accesso alle misure previste dal DL Liquidità garantite dal Fondo di Garanzia. A pensare che tale misura è stata studiata per far fronte alle esigenze immediate di liquidità delle imprese che stanno affrontando le conseguenze dell’epidemia da Covid-19 e chi più di loro oggi ha necessità di liquidità? Ed è inevitabile un effetto a cascata verso coloro che si trovano alle dipendenze di queste attività economiche in quanto anche loro considerate categorie a rischio». (ANSA).