Quattro persone con grave disabilità, appartenenti al Movimento Vita Indipendente Abruzzo, in rappresentanza di tutti coloro i quali conducono una vita fortemente condizionata da una grave disabilità (oltre un migliaio in tutto l’Abruzzo) si sono incatenate fra di loro e alle proprie carrozzine nella sede della Regione Abruzzo di Viale Bovio, 425 a Pescara.
Tra gli incatenati anche Nicolino Di Domenica, di Castiglione Messer Marino.
Lo scopo dell’iniziativa è quello di protestare contro la Giunta Regionale alla luce della mancata previsione di spesa nella finanziaria 2015 di un adeguato finanziamento per la L.R. n. 57/2012 (Interventi Regionali per la Vita Indipendente ) . Insieme a loro si è unito, in segno di solidarietà, il Consigliere Regionale Leandro Bracco appartenente al Movimento 5 Stelle .Il Movimento Vita Indipendente Abruzzo ribadisce che finanziare la L.R. n. 57/2012, oltre ad essere un diritto sancito dalla Convenzione ONU per le persone affette da disabilità, permetterebbe a coloro i quali portano avanti un’esistenza contrassegnata da gravi disabilità una vita gestita in maniera autonoma. Inoltre si incrementerebbero i posti di lavoro in base ovviamente ai progetti individuali assegnati, e cosa molto importante si avrebbe un costo complessivo dimezzato rispetto all’eventualità nella quale i servizi venissero erogati tramite di cooperative di servizio. Si ricorda che il bilancio della Regione Abruzzo si attesta intorno ai 5 miliardi di euro all’anno. Affinchè i disabili abruzzesi possano condurre una vita degna di essere vissuta, chiedono che «lo stanziamento da parte dell’Assessorato alle Politiche Sociali non sia inferiori ai 2,5 milioni di euro, pari cioè allo 0,05 % del bilancio complessivo. Ciò detto, l’occupazione non si concluderà fino a quando non avremo sotto i nostri occhi una delibera delle giunta con la quale la Regione si impegna a stanziare una cifra di denaro adeguata e non invece umiliante per le persone afflitte da grave disabilità. Se l’occupazione non dovesse essere sufficiente verranno attuate ulteriori misure di protesta quali lo sciopero della fame, della sete, e l’astensione dell’utilizzo di medicinali che potrebbero peggiorare le già precarie condizioni di salute di alcuni occupanti».
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