Nel mese di marzo ha spento le quaranta candeline. Un primato che lo fregia del titolo di mensile più longevo del Molise. Dodici pagine per raccontare i fatti del territorio esportati ai concittadini sparsi in Italia e nel globo. E’ l’Eco de l’Alto Molise il cui battesimo risale al 16 marzo del 1981.
Il giornale nasce dalle ceneri de la ‘Fucina’ diretta dal cavalier Vincenzino Galasso e nell’arco di poco tempo attira l’attenzione degli emigranti di Canada, Argentina, Brasile, Australia, Germania, Francia, Belgio, Svizzera, Inghilterra, Sudafrica, Giappone oltre a quelli sparsi per tutto lo Stivale. L’idea di stampare un foglio che raggiunga i cinque angoli del mondo viene partorita dal medico Sergio Labanca, dal maestro Costantino Mastronardi, già corrispondente per ‘Il Tempo’, da Antonio Arduino, direttore della Biblioteca comunale e dal professor Giuseppe De Martino. I quattro antesignani di quello che diverrà il punto di riferimento dell’informazione per le aree interne, sono parte attiva del Cenacolo Culturale francescano ‘Camillo Carlomagno’ che sarà l’editore.
“Grazie alla disponibilità di Vincenzino Galasso, acquisimmo gli elenchi degli abbonati (circa 350) della dismessa ‘Fucina’ e partimmo con il primo numero – racconta oggi con un velo di commozione Giorgio Marcovecchio, ex direttore editoriale della testata -. L’intenzione fu quella di fornire uno strumento che potesse far viaggiare le notizie del territorio riguardanti l’attualità, cultura, politica, sport ma anche tradizioni ed eventi importanti. Memori delle passate esperienze si pensò subito al nome, anche per ricordare il glorioso ‘Eco del Sannio’, il più longevo organo di stampa locale. Inoltre per sottolineare l’indipendenza da qualsiasi potere politico ed economico, si scelse come frase da far stampare sotto il nome della testata un verso del Paradiso di Dante: ‘A te fia bello averti fatta parte per te stesso’”.
A stampare il primo numero la tipografia San Giorgio di Agnone che in seguito passa il testimone alla Cicchetti di Isernia, mentre oggi il “visto si stampi” viene dato da L’Economica di Campobasso.
In 40 anni di storia alla guida della testata, nelle vesti di direttore responsabile, si sono succeduti Costantino Mastronardi, Giuseppe Di Pietro, attuale presidente di Assostampa Molise e Vittorio Labanca che da trent’anni dirige l’edizione cartacea. Numerosi anche i collaboratori tra i quali il compianto sindaco Michele Carosella.
Tutti hanno operato e continuano a farlo con professionalità, ma in particolare con grande spirito di volontariato.
In un’ottica editoriale al passo con i tempi, nel 2014 nasce l’edizione web (ecoaltomolise.net) grazie all’intuizione dei giornalisti Maurizio d’Ottavio e Francesco Bottone che quotidianamente curano i contenuti.
“La vita de l’Eco è stata densa di cambiamenti – spiega ancora Marcovecchio – dalle modalità di stampa, linotype con i caratteri di piombo, fino ad arrivare alla grafica computerizzata e il salto con la versione web. Impossibile dimenticare l’ansia che ci pervadeva quando dalla tipografia arrivavano i pacchi con le singole pagine. Era allora che entrava in azione una squadra di ragazzotti la quale relegava il giornale prima di applicare i vari indirizzi e portarlo nell’ufficio postale da dove veniva spedito. Momenti bellissimi che resteranno nel mio cuore per sempre come un patrimonio di ricordi e di emozioni uniche”.
“Restiamo una voce libera e indipendente, che tra mille difficoltà, dovute principalmente a costi di stampa e spedizione, persevera nel raccontare i fatti di un territorio martoriato dallo spopolamento, mancanza di lavoro e continui tagli ai servizi – osserva il direttore responsabile Vittorio Labanca -. Il servizio che ricordo con più orgoglio? Sicuramente lo speciale che dedicammo alla visita di papa Giovanni Paolo II ad Agnone il 19 marzo del 1995”.
A tributare gli onori alla testata anche Vincenzo Cimmino, presidente dell’Ordine dei giornalisti del Molise: “Un giornale che spegne 40 candeline e un direttore che diventa ‘trentenne’, vuol dire maturità, esperienza, tenacia, coraggio e professionalità, altrimenti le rigide logiche di un aspro mercato editoriale, non avrebbero lasciato scampo già da tempo. Stesso dicasi per l’area dell’Alto Molise, che proprio in virtù delle difficoltà affrontate d’ogni parte, necessita di tutele e di una voce autorevole. Appunto di un giornale che resta la cassa di risonanza di un territorio importante e di una fetta di società molisana che deve essere informata, sostenuta e rappresentata”.
“Quaranta anni fa la nostra comunità viveva l’epoca dei ruggenti anni ’80, anni d’oro che hanno rappresentato un mondo in esplosione di idee, informazioni e innovazioni – il commento del primo cittadino, Daniele Saia -. Non solo fiorivano radio libere, ma nascevano anche centri di informazione che da lì a poco avrebbero segnato una svolta fondamentale nel racconto delle vicissitudini legate al nostro paese. Se col passare degli anni alcuni punti di fermento scomparvero, l’Eco ha continuato imperterrito a raccontare storie, ad analizzare l’attualità e ad appassionare i lettori. La grande forza di volontà e intraprendenza di tante e tanti che hanno scritto per il giornale e che tuttora vi scrivono”.