Grande soddisfazione in Consiglio Regionale del Molise da parte del Consigliere Vincenzo Cotugno per l’approvazione all’unanimità dell’ordine del giorno di sua iniziativa riguardante la situazione di “Poste Italiane”.
Di seguito il testo integrale:
PREMESSO CHE
E’ di questi giorni la conferma che Poste Italiane vorrebbe chiudere circa 500 piccoli uffici e razionalizzarne altri 600 in attuazione di un piano industriale che punta alla riorganizzazione dell’ente sull’intero territorio nazionale.
Al riguardo, l’azienda Poste Italiane ha comunicato che prossimamente nell’Area Sud 1, ovvero quella relativa alle regioni Puglia, Molise e Basilicata, saranno razionalizzati ben 26 uffici, di cui 19 interessano la Regione Molise.
Se ciò fosse vero, avremmo che gli uffici postali dei Comuni di Campochiaro, Campomarino Lido, Casalciprano, Cercepiccola, Larino, Macchia Valfortore, Monaciglioni, Montelongo, Morrone del Sannio, San Giovanni in Galdo resteranno aperti a giorni alterni.
Ad aprire per soli due giorni a settimana, invece, sarebbero quelli di: Sant’Angelo Limosano e Trivento, mentre sparirebbe definitivamente l’ufficio postale di Monteverde di Bojano.
Sempre una razionalizzazione a giorni alterni, ovvero tre aperture settimanali su sei, riguarderebbe i comuni della Provincia di Isernia: Bagnoli del Trigno, Belmonte del Sannio, Roccasicura, l’ufficio della città di Isernia localizzato a Castelromano e quello di San Pietro Avellana.
Scenderebbero, infine, a tre su quattro le aperture di Acquaviva di Isernia e Castelpetroso.
Pochi giorni fa la CISL Poste e i rappresentanti di ANCI e UNCEM, hanno avuto un colloquio al termine del quale si è convenuto di affrontare la questione nelle competenti commissioni parlamentari anche attraverso l’audizione dei soggetti interessati.
Tutte le rappresentanze istituzionali locali (Comuni, Regioni, Comunità Montane) hanno dimostrato grande attenzione al problema e stanno attivando iniziative di loro competenza.
Ora,
CONSIDERATO
che gli organi di informazione hanno ampiamente denunciato nei giorni scorsi lo stato di disagio che le popolazioni dei nostri territori sono già costrette a subire a causa della politica di razionalizzazione degli orari degli Uffici Postali;
che la logica del solo contenimento dei costi penalizza i lavoratori e i livelli occupazionali già molto precari, oltre che creare ulteriore disagio ai cittadini delle aree interne;
che la politica industriale dell’azienda vuole concentrare la propria presenza sui territori più ricchi e sembra del tutto dimenticare il rapporto molto forte che ha legato da sempre i cittadini molisani “all’Ufficio Postale” nella raccolta del risparmio soprattutto nei piccoli centri e non solo, dimenticando di fatto l’enorme opportunità che la rete degli sportelli, una volta presente, offre in tutti i comuni anche di piccole dimensioni;
che diversi comuni molisani, da Venafro a Petacciato, stanno già sperimentando da mesi forti disservizi a seguito della lentezza con cui la posta viene smistata e distribuita sul territorio, con utenti che da mesi non ricevono più le bollette o altre comunicazioni e che, a loro insaputa, diventano morosi nei confronti delle società che somministrano forniture primarie (come Enel e gas) subendo del tutto ingiustamente l’aggravio di costi per sanzioni e ammende quando non addirittura il distacco delle utenze domestiche.
E’ necessario agire con un equilibrio maggiore offrendo anche servizi con caratteristiche diverse da quelli tradizionali (ad esempio poter diventare lo sportello della pubblica amministrazione con una vera rivoluzione digitale).
Pertanto,
RILEVATO CHE
una tale riorganizzazione non tiene conto del grave rischio di desertificazione del territorio fortemente presente nei comuni della nostra regione, dove spesso gli uffici postali sono gli unici a sopperire a una serie di servizi soprattutto per gli anziani, impossibilitati a muoversi con facilità;
una tale situazione rischia di produrre un’ulteriore perdita di posti di lavoro incidendo su una popolazione già frequentemente dimenticata;
tale progetto sembra orientato unicamente ad un’operazione di taglio delle risorse senza investire sulla rete degli uffici e sulle opportunità che offre, i così detti territori minori dovrebbero essere meglio presidiati invece di essere abbandonati;
i vertici di Poste hanno sorvolato le difficoltà esistenti, nonostante stimolati da diverse sigle sindacali, tra le altre rivendicazioni cito ad esempio:
gli Organici insufficienti che non consentono la corretta copertura delle postazioni di sportello, con gravi ricadute sui lavoratori e sulla clientela;
situazione di precarietà per i 100 part-time presenti nelle Poste Molisane;
gestione inaccettabile delle ferie con obbligo mensile di giornate di ferie in luogo di una programmazione che tenga conto delle reali esigenze del lavoratore;
strumenti di lavoro inadeguati, sistemi informatici spesso in tilt, dotazione degli uffici scarsa ed obsoleta;
il Consiglio regionale
IMPEGNA
il Presidente della Giunta Regionale ad adoperarsi presso Poste italiane sia in campo nazionale che regionale:
affinché Poste Italiane si confronti anche con gli organi di vertice della Regione Molise aprendo un tavolo che coinvolga la nostra rappresentanza parlamentare, i Comuni e i sindacati di categoria al fine di scongiurare quello che è un vero e proprio smantellamento degli uffici postali sul nostro territorio;
affinché gli abitanti della nostra Regione non debbano essere relegati anche in questo caso a semplici contribuenti senza avere la garanzia dei servizi e, in particolare, la garanzia dei loro risparmi che rischiano di essere dirottati – alla chiusura degli uffici minori – presso gli uffici di altri Comuni con disagi enormi per i nostri pensionati;
affinché la logica del solo contenimento dei costi non sia sinonimo di disservizi nei confronti della popolazione molisana.
Il Consigliere regionale
Vincenzo Cotugno