In diretta dalla sede di Bruxelles del Comitato delle Regioni e delle autonomie territoriali, ieri pomeriggio si è tenuta l’Agorà promossa da Micaela Fanelli sul “Le aree interne nella programmazione europea”.
“Un’occasione per fare il punto su una tematica che resta ancora assente nei più importanti dibattiti politici necessari per l’Italia, per la democrazia, per uno sviluppo equilibrato e armonico delle aree interne”, ha affermato in apertura dei lavori la Responsabile nazionale PD per i Piccoli Comuni, Micaela Fanelli.
“Così, dopo la presentazione della Proposta di Legge nazionale sullo smart working, abbiamo fortemente voluto questa nuova Agorà, per offrire una cornice più europea, anche in vista della nuova programmazione 2021/2027, che speriamo vada verso il riequilibrio territoriale delle aree più marginali – ha aggiunto Micaela Fanelli – con i fondi a disposizione che in Italia dovrebbero andare a potenziare la Strategia Nazionale delle Aree Interne (SNAI), ma dovrebbero anche collegarsi al più ampio scenario delle riforme in corso nel Paese. Non solo, quindi, le risorse del PNRR, ma anche le riforme collegate allo stesso, in uno scenario a 360 gradi, che dovrà caratterizzare anche l’agenda politica del Partito Democratico e del Paese, in vista delle prossime elezioni. Con la Snai l’Italia ha imboccato la giusta direzione, ma è stato fatto troppo poco per cambiare. Ecco perché è importante accelerare per andare in una direzione contraria a tempi che dilungandosi, rischiano di non consentire alle aree più fragili, di mettere a terra le risorse e le iniziative previste. Il compito più grande è dunque quello di rilanciare l’Europa e l’Italia mettendo al centro marginalità e uguaglianza territoriale, per ridurre l’allargamento di tutte le forbici delle disuguaglianze territoriali, sociali, generazionali”.
“Proprio per questo è indispensabile una riflessione operativa che, partendo dalla grande mole di fondi messi a disposizione dall’Europa e dall’Italia, sia davvero capace di incidere su uno sviluppo armonico di tutto il Paese”, ha esordito nel suo intervento il Sottosegretario di Stato Vincenzo Amendola.
“310 milioni di euro per la Snai, che arrivano a 850 sommando PNRR e fondi complementari per ricostruire lo Stato lì dove è stato assente negli ultimi dieci anni”, ha aggiunto il Sottosegretario, centrando poi il problema della necessità di aiuto e supporto alle pubbliche amministrazioni, soprattutto in tema di capacità di programmazione e gestione degli interventi, recuperando ritardi e capacità di progettazione esecutiva, delocalizzando l’idea di sviluppo legato solo alle aree metropolitane. “Solo così, potremmo incidere sui due più grandi problemi di questi territori, lo spopolamento e la mancanza di occupazione”.
Sulla stessa linea di pensiero Marco Carra, il Responsabile nazionale PD per le Aree Interne, nel ricordare il grande lavoro che il Partito Democratico sta svolgendo, anche grazie alla raccolta di proposte che arrivano dalle Agorà, per recuperare tutto il terreno perso negli ultimi anni. “Subito dopo – ha detto – è indispensabile acquisire la massima capacità di spesa delle risorse, dalla fase di progettazione a quella esecutiva. I margini per un proficuo lavoro di prospettiva ci sono e saranno uno degli elementi portanti delle politiche del Partito Democratico, che deve tornare ad essere la voce di questi territori”.
“Nei prossimi anni non mancheranno i soldi, ma gli stati membri dell’Unione dovranno moltiplicare per cinque le proprie capacità di spesa”, il monito di Nicola De Michelis, Direttore DG Regio della Commissione Europea.
Perché il problema della gestione dei fondi non riguarda solo lo Stato centrale, ma soprattutto le amministrazioni periferiche, quelle che concretamente dovranno ‘mettere a terra’ le progettazioni, che “rappresenta la questione più importante della programmazione 2021/2027 – ha specificato De Michelis – La scadenza ultima per adottare i programmi operativi è fissata al prossimo 31 dicembre, pena la perdita di tutte le risorse per il 2022. E anche se l’Italia, con la Snai, è stata la prima ad occuparsi di aree interne, c’è ancora molto da fare, con la necessità di concentrarsi e concludere le strategie già avviate”. Lo stesso De Michelis ha poi fatto sapere come il prossimo 19 luglio a Roma sarà presentato l’accordo di partenariato, ovvero il documento che definirà le strategie messe in campo per perseguire gli obiettivi di sviluppo dell’UE.
Particolarmente interessante il contributo offerto nel corso dell’Agorà dai sindaci e dagli amministratori molisani che hanno messo in luce le difficoltà delle nostre aree interne, ma che hanno anche saputo tracciare una nuova prospettiva per il futuro del Molise e per quello di tutte le zone più periferiche del Paese.
“Il nostro sviluppo – le parole del sindaco di Isernia, Piero Castrataro – non può seguire il modello delle aree non periferiche, le quali devono, però, divenire consapevoli come sia proprio la bassa intensità a generare nuove opportunità. Un aspetto questo che forse ancora poco è stato compreso, al pari di una logica dei numeri che non può essere applicata ad aree più marginali in cui i servizi vanno comunque garantiti. Penso al comparto sanitario per le emergenze, così come all’assistenza territoriale che, per tali aree, non può essere considerata in perdita, ma solo in base alle esternalità positive che essa può generare. Garantire la presenza di ospedali, di punti nascita, di asili nido e altri servizi significa dare l’opportunità alle persone di vivere i nostri territori. Di poter tornare”.
Al centro dell’intervento di Castrataro, così come di tutti gli altri amministratori anche la grande questione di una gestione attenta degli investimenti. Il problema ad oggi per i piccoli centri riguarda, infatti, soprattutto la grande carenza di risorse umane. Aspetto messo in luce anche dalla sindaca di Casacalenda Sabrina Lallitto. “Ogni giorno – le sue parole – nei nostri Comuni ci confrontiamo con una burocrazia al limite dell’inverosimile. Ci troviamo ad affrontare mille difficoltà senza personale e senza poter fare affidamento su sempre più specifiche competenze che la complessità di oggi, invece, richiede. Siamo a disposizione della comunità, ma è urgente il bisogno che l’Europa e l’Italia offrano un sostegno vero e reale alle aree interne come le nostre. Strategie che, per un territorio come il Molise possono e devono avere un respiro regionale”.
Sulla stessa linea anche il primo cittadino di Salcito, Giovanni Galli che ha messo al centro del suo intervento la difficoltà di tanti piccoli Comuni di rispondere ai bandi. “Veniamo penalizzati – ha detto – perché manca il personale appositamente formato per far in modo che anche i nostri centri possano partecipare agli avvisi. A mio parere, oggi con i fondi della nuova programmazione e del Pnrr, la questione non va incentrata sulle risorse materiali, ma su quelle umane, perché ad oggi, senza interventi precisi, potremo sì continuare ad affrontare l’ordinario, ma non riusciremo a garantire il futuro”.
“Verrebbe da dire che abbiamo più soldi che idee”, ha poi chiosato il consigliere comunale di Venafro Stefano Buono, che ha voluto ribadire l’importanza, ma soprattutto l’urgenzadi una programmazione organica che tenga conto “dell’unica e vera ‘miccia’ capace di accendere il fuoco dello sviluppo: il capitale umano”.
“La tenacia con cui cercate di mantenere aperta una prospettiva per le arre interne deve trovare spazio nella politica nazionale ed europea”, ha detto nelle conclusioni l’europarlamentare del PD, Andrea Cozzolino, rivolgendosi agli amministratori molisani. L’esponente dem ha poi sottolineato la necessità di una progettazione delle risorse europee che tenga conto delle reali esigenze delle aree interne. “Una sfida da vincere mettendo in piedi vere e proprie cabine di regia in cui chiamare al confronto i protagonisti dei territori. Le risorse provenienti dall’Europa rappresentano, infatti, un’occasione unica che non può essere sprecata. Ecco perché i sindaci e gli amministratori non vanno lasciati soli e devo dire che il bando per i professionisti del Pnrr così come è stato concepito di certo non ha aiutato”.
“Oggi – ha concluso Cozzolino – servono scelte precise e coraggiose per raggiungere un grande ed unico obiettivo: rifare lo Stato nel Mezzogiorno d’Italia. Per frenare lo spopolamento, per garantire servizi e far in modo che le aree interne siano luoghi da poter vivere, ma senza una ristrutturazione precisa di uno Stato che investe in risorse umane, formazione e competenze sarà tutto molto complicato”.
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Pratibha