I tempi dedicati alla vestizione nel settore sanitario devono essere retribuiti. Questi momenti di preparazione e dismissione rispondono a requisiti fondamentali di sicurezza e igiene. E’ un principio riconfermato dalla Corte di Cassazione, sezione lavoro, con l’ordinanza 20787 del 25 luglio 2024, che ha fornito importanti chiarimenti in merito.
I giudici di merito avevano accolto le richieste di pagamento relative ai tempi di vestizione, noti come “tempi tuta”, presentate da diversi operatori sanitari. In particolare, la Corte territoriale ha evidenziato che, essendo necessario per gli operatori indossare la divisa all’interno del luogo di lavoro per motivi igienici, i tempi impiegati per questo scopo debbano essere considerati come parte integrante dell’orario di lavoro. I 15 minuti riconosciuti “in uscita” dal CCNL 2016-2018 per garantire la presa in carico e la continuità assistenziale sono stati interpretati dalla Corte d’appello come rilevanti anche per le fasi di vestizione e svestizione. Questa interpretazione è stata ulteriormente supportata anche da disposizioni analoghe presenti nel CCNL successivo.
“Per tali motivi – dice Giovanni Colacci, segretario regionale della UGL Salute Molise – nel 2024 abbiamo presentato due esposti, uno in Procura e uno alla Corte dei Conti con la richiesta di un intervento degli organi di Stato per fare luce sulla situazione del calcolo dell’orario di lavoro del personale del comparto in ASREM. Abbiamo rappresentato la situazione degli operatori sanitari che prestano servizio nell’U.O. di Radiodiagnostica del Cardarelli ai quali non vengono calcolati né i tempi previsti da contratto né eventuali eccedenze orarie giornaliere dovute a necessità di reparto. E con stupore apprendiamo in queste ore che qualcuno vuole far passare come un accordo firmato dalla UGL Salute lo scempio che ASREM sta conducendo sul calcolo degli orari lavorativi su tutto il personale del comparto. Teniamo a precisare che la nostra sigla è da sempre al fianco dei lavoratori, a loro difesa e non ha mai sottoscritto un accordo con ASREM su tale tema. Chiediamo quindi all’azienda di rivedere la gestione dei cartellini marcatempo e la esortiamo a seguire le leggi nazionali e il C.C.N.L. Sanità Pubblica. Il Molise è Italia. Ci riserviamo di attuare tutte le procedure sindacali necessarie affinché i diritti dei lavoratori vengano rispettati” conclude il sindacalista.