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  • Abbiamo il Vescovo: monsignor Camillo Cibotti è il nuovo pastore della diocesi di Trivento

    Il Santo Padre ha nominato Vescovo della diocesi di Trivento monsignor Camillo Cibotti, attuale titolare della diocesi di Isernia-Venafro, unendo le due sedi in persona Episcopi.

    In persona episcopi, alla lettera “nella persona del vescovo”, è un’espressione latina usata dalla Santa Sede per indicare l’unione di due o più diocesi, con la quale si lasciano inalterate le strutture di ciascuna diocesi (seminari, cattedrali, uffici di curia) ad eccezione del ministero episcopale, che è esercitato da un unico vescovo.

    È la forma più blanda di unione fra diocesi e può avere carattere temporaneo. In qualche caso l’unione in persona episcopi è stata una soluzione di transizione verso l’unione aeque principaliter o la plena unione.

    Confermate, dunque, le indiscrezioni pubblicate dall’Eco, perché di fatto, sia pure nella formula blanda ed elegante del latino, si tratta di un accorpamento della diocesi di Trivento a quella di Isernia-Venafro. Il seggio di San Casto resta formalmente non soppresso, ma di fatto c’è un unico vescovo per due diocesi.

    «Non vuole essere una diminutio, – ha commentato a caldo monsignor Cibotti – ma vuole essere un affiancamento, da sorelle, in un cammino di fede che si radica anche in una tradizione comune che è quella molisana. Questo stare insieme non vuole sminuire l’identità di un popolo, di una cultura, ma accorparsi vuol dire anche rafforzarsi e arricchirsi a vicenda. Questo sia un momento di convinta adesione alla volontà del Signore tramite la parola del Papa che ha usato a sua volta la mediazione della Nunziatura apostolica in Italia. In queste fasi di passaggio c’è sempre un momento di trepidazione, di confusione e specialmente nei sacerdoti ci deve essere la consapevolezza di una responsabilità che è quella di condividere la scelta che Sua Santità ha fatto: la volontà di Dio che si faccia delle nostre diocesi una famiglia che possa avere più forza e unire i nostri intenti per realizzare i progetti di Dio. Questo cambiamento non vuole svilire o annullare la figura di una identità di diocesi. Siamo due diocesi, che verranno aggregate e accomunate dall’unico vescovo. Spero che questo possa allontanare ogni scoraggiamento. Il timore era di un smembramento, mentre qui si tratta di un accorpamento».

    Bernardo Gui

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