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  • Caccia al cinghiale: squadre con almeno 15 componenti, penalizzati i piccoli centri montani

    La logica dei numeri, quella che da sempre penalizza i piccoli centri montani in materia di servizi, con ospedali e ambulatori chiusi, si abbatte come una scure anche sul comparto venatorio.

    La presidenza dell’Ambito territoriale di caccia del Vastese comunica che l’iscrizione delle squadre per la caccia collettiva al cinghiale va effettuata entro il 30 giugno. 

    Inoltre si informano i cacciatori che nella seduta di ieri del Comitato di Gestione è stato deliberato quanto segue: per presentare la squadra quest’anno il numero minimo dei componenti deve essere di quindici persone; inoltre verrà rivista la zonizzazione del territorio che sarà assegnato in maniera proporzionale al numero dei componenti della squadra, quindi per il minimo di 15 componenti saranno assegnati circa 600 ettari di territorio; più alto è il numero di componenti della squadra, maggiore saranno gli ettari assegnati fino ad un massimo di duemila ettari».

    Come comprenderebbe intuibilmente anche un idiota, nei piccoli centri montani del Vastese è piuttosto difficile raggiungere il numero minimo di quindici persone per comporre una squadra di cinghialai. I cacciatori locali, poche unità e spesso con età avanzata, saranno così costretti a comporre le squadre con dei meri prestanome che di fatto non usciranno mai in braccata.

    O in alternativa a serrare i ranghi, mettendo insieme squadre di più paesi, per raggiungere un numero più alto di partecipanti al fine di ottenere un maggiore territorio assegnato, difendendolo dalle mire degli “squadroni” provenienti dalle zone densamente popolate della costa. Scelte illogiche e sconclusionate, perché si continuano ad applicare gli stessi criteri numerici per i cacciatori di Vasto e quelli di Schiavi di Abruzzo, ad esempio, due realtà nemmeno lontanamente paragonabili.

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