È Cepagatti, comune pescarese di oltre 10mila abitanti, con il 75,5% di raccolta differenziata il “Comune Riciclone Abruzzese” 2015, seguito da Avezzano, con il 65,8%. L’Abruzzo si distingue anche per un riconoscimento che va a Pratola Peligna, comune al di sotto dei 10 mila abitanti, vincitore del premio Fater per la raccolta dei pannolini.
È quanto emerge dalla XXII edizione del Premio Comuni Ricicloni 2015 di Legambiente che vede in Abruzzo 21 comuni che hanno raggiunto la percentuale del 65% (come richiesto dalla normativa vigente). Per stabilire la classifica generale e la premiazione dei comuni è stato definito un metodo di valutazione, che tiene conto della percentuale di raccolta differenziata raggiunta dai comuni nel 2014 e della valutazione delle buone pratiche adottate dagli stessi. Dalla somma dei due indicatori è fatto derivare l’indice IPAC (Indice di prestazione ambientale del comune) che stabilisce la graduatoria finale.
Dai dati emerge che sono 1.520 i comuni campioni nella raccolta differenziata dei rifiuti, per quasi 10 milioni di abitanti, il 16% dell’Italia che oggi ricicla e differenzia i rifiuti alimentando l’industria virtuosa del riciclo e del riuso, la cosiddetta “economia circolare”, parte di una nuova Green Economy che nel settore del riciclo e ridisegno dei prodotti vede 150 mila occupati.
Nella classifica nazionale i Comuni Ricicloni quest’anno sono 192 in più e raggiungono la cifra di 1.520 municipi distribuiti in gran parte nel Nord-Est del Paese, con la novità della sostanziosa crescita delle località del Centro-Sud che vede aumentare i comuni virtuosi dal 18 al 25% del totale nazionale. Le esperienze di successo, dalla raccolta porta a porta al compostaggio domestico, sono quasi sempre supportate da una riduzione della tariffa sui rifiuti per chi separa bene i materiali e dalla promozione dei consumi responsabili: dal consumo dell’acqua, rinunciando alle bottiglie di plastica, all’abbandono della pratica dell’usa e getta. La dimensione demografica dei Comuni Rifiuti Free è ancora quella del piccolo comune con l’eccezione di Empoli (Fi), che conta 48.000 abitanti.
Nello specifico, la classifica dei comuni ricicloni 2015, riguarda tutte le regioni con almeno un comune virtuoso per buona gestione del servizio di raccolta e avvio a riciclo.
Con l’eccezione del Triveneto, le regioni del Nord Italia non brillano più: Lombardia e Piemonte sono abbondantemente surclassate dalle Marche e dalla Campania e tallonate da vicino dall’Umbria. Ormai la maggioranza dei comuni campani si avvicina alla soglia del 65%, con l’eccezione quasi unica del capoluogo.
“È arrivato il momento di completare questa rivoluzione, – commenta Giuseppe Di Marco, Presidente Legambiente Abruzzo – replicando le buone pratiche già consolidate su tutto il territorio regionale e puntando su azioni pionieristiche. Vanno realizzati impianti finalizzati alle attività di riciclaggio e riuso, facendo diventare il ciclo integrato dei rifiuti gerarchico anche sotto il profilo dei costi: serve un nuovo sistema di incentivi e disincentivi per fare in modo che la prevenzione e il riciclo siano più convenienti, anche economicamente, rispetto al recupero energetico e allo smaltimento in discarica. Per ridurre gli smaltimenti illegali di rifiuti, speciali e non, poi deve essere completata la rete impiantistica ed è fondamentale aumentare la qualità e l’efficienza del sistema dei controlli ambientali. Ma per farlo serve un grande progetto trasversale che metta insieme tutte le migliori energie di questa regione per portarla verso un Abruzzo rifiuti free. Chiediamo che si proceda rapidamente con il nuovo piano e che torni operativo al più presto l’Osservatorio regionale sui rifiuti”.
Durante la premiazione di Comuni Ricicloni 2015, Legambiente ha lanciato il Manifesto dei 1.500 comuni e dei cittadini ricicloni, per un’Italia rifiuti free e per un’economia circolare made in Italy (http://www.legambiente.it/manifesto-italia-rifiuti-free). Dieci proposte per un’Italia libera dall’emergenza rifiuti, perché capace di lasciarsi alle spalle le croniche emergenze e i conseguenti disastri ambientali grazie alle sempre più numerose esperienze di gestione sostenibile. Occorre però replicare le buone pratiche di gestione su tutto il territorio nazionale, costruendo tanti impianti finalizzati alle attività di riciclaggio e riuso, facendo diventare il ciclo integrato dei rifiuti gerarchico anche sotto il profilo dei costi: serve un nuovo sistema di incentivi e disincentivi per fare in modo che la prevenzione e il riciclo siano più convenienti, anche economicamente, rispetto al recupero energetico e allo smaltimento in discarica. Per ridurre gli smaltimenti illegali di rifiuti, speciali e non, poi deve essere completata la rete impiantistica ed è fondamentale aumentare la qualità e l’efficienza del sistema dei controlli ambientali, ancora troppo a macchia di leopardo sul territorio nazionale.
Nel dossier, presentato sono riportate alcune esperienze esemplari, selezionate tra i vincitori dell’anno. Parma, che nel giro di 2 anni ha saputo non solo incrementare la differenziata, ma anche ridurre la produzione pro capite del 9%, è il primo comune con 200 mila abitanti ad aver superato il 65% di differenziata, un esempio per le città più grandi.
Comuni Ricicloni 2015 è stato realizzato da Legambiente con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. In collaborazione con Associazione nazionale Comuni Italiani, Assobioplastiche, Conai, FederAmbiente, Fise Assoambiente e Fise Unire, CiAl, Comieco, CoRePla, CoReVe, Ricrea, Rilegno, Centro di Coordinamento RAEE, Consorzio Italiano Compostatori e la rivista Rifiuti Oggi. Il dossier completo è disponibile su www.ricicloni.it