Venerdì 23 ottobre, alle ore 17,30, presso il Centro Pastorale di Colle San Giovanni in Trivento (CB) si è tenuta una riunione congiunta delle Giunte regionali dell’Abruzzo e del Molise sul tema dello sviluppo delle aree interne delle due regioni.
Tale iniziativa, che non è il frutto di una decisione autonoma della politica, era stata sollecitata dalla Caritas Diocesana di Trivento in occasione della presentazione del volume di Roberto Mannai e Michele Fuscoletti “Rompere gli schemi per creare il nostro futuro” e da un documento, firmato in aprile da quarantacinque sacerdoti della stessa Diocesi ed inviato a tutti i responsabili della politica nazionale e regionale.
Da tempo con indagini sul territorio e studi di natura socio-economica la Diocesi di Trivento cerca di incalzare gli amministratori locali ad ogni livello con suggerimenti su temi fondamentali per la collettività quali la sanità, la viabilità, la rete scolastica, il sistema di comunicazione online, il lavoro, la difesa del territorio e del patrimonio immobiliare, la garanzia della sicurezza ai cittadini, l’assistenza agli anziani, la promozione dei prodotti tipici e della ricchezza culturale, l’individuazione di una fiscalità di vantaggio.
I presidenti D’Alfonso e Frattura hanno introdotto il dibattito con dichiarazioni d’intenti o espressioni di pensiero operativo così vaghi senza riferimento non diciamo ad atti amministrativi, come delibere di giunta, ma neppure a piani operativi o studi messi in atto dagli assessori, dai dirigenti regionali o dalle commissioni consiliari, che poi sono i soli, al di là della lodevole manifestazione della volontà, che possono dare ai cittadini la garanzia del fatto che la politica si muove in modo concreto.
C’è stato un continuo riferimento alle idee del progetto Barca, ma forse si dimentica che esse vanno realizzate con piani operativi regionali.
Nell’incontro triventino D’Alfonso si è impegnato per la messa in sicurezza delle strade provinciali dell’Alto Vastese, dichiarando tuttavia con onestà che la relativa disponibilità complessiva della Regione Abruzzo per il prossimo anno sarà di soli centoventisei milioni di euro, così come attraverso il suo assessore alla sanità Paolucci ha detto che la loro giunta è favorevole ad accordi di confine sull’offerta territoriale di emergenza-urgenza e sui poli scolastici, ma non sulla rete ospedaliera, mentre sul futuro della diga di Chiauci si è sostenuto che tale opera va inserita nel Master Plan in un piano comune tra le due regioni di confine.
Frattura ha asserito che la Regione Molise non può incrementare la parte debitoria di un deficit già troppo elevato e dunque si è impegnato unicamente entro il 31 dicembre 2106 a coprire l’intera regione con la banda larga, mentre ha aggiunto che c’è assenso sull’utilizzo dell’aeroporto di Pescara ed ha rivendicato la difesa dell’ospedale di Agnone come struttura di area disagiata addossando al comitato tecnico i ritardi per gli accordi di confine tra Molise, Abruzzo, Lazio e Campania.
Sul futuro economico del Molise lo stesso presidente, senza alcun riferimento ai presupposti ed alla ricchezza paesaggistica e culturale e ad alcun dato statistico, ha parlato per la regione di “politiche attive capaci di aumentare l’occupazione”, sostenendo che sul miglioramento della fiscalità occorre aspettare il decreto sull’area di crisi complessa, mentre ha assicurato la permanenza delle prefetture e dei presidi di sicurezza attualmente esistenti, ricordando a tutti che le aree interne hanno anche degli aspetti di eccellenza come quelli messi in atto ad esempio a Castel del Giudice.
Gli interventi dei sindaci e di qualche cittadino hanno sollecitato politiche concrete di sostegno alle aree interne per impedire che la frana demografica continui, garantendo a chi vi abita una degna qualità della vita.
L’incontro si è concluso con la lettura di un documento che ha fotografato in maniera chiara la vaghezza di lavori che poco hanno dato all’opinione pubblica in termini di provvedimenti delle due giunte regionali sul piano di decisioni concrete.
Il presidente Luciano D’Alfonso ha riconosciuto l’utilità della collaborazione del lavoro di ricerca della Diocesi di Trivento e delle amministrazioni locali come impegno sussidiario per le politiche differenziate.
Forse non è noto anche che la stessa diocesi di Trivento ha anticipato la politica non solo sul piano dell’individuazione dei problemi esistenti sul territorio, ma anche in quello della programmazione di molti aspetti relativi alla loro soluzione.
Possibile che ad esempio sulla salute, sulle comunicazioni, sulla rete scolastica, sull’assistenza agli anziani, sulla fiscalità di vantaggio non si sia riusciti a definire nulla di concreto ed alternativo all’esistente se non sul piano dell’allocazione delle strutture relative senza individuare ancora metodi, obiettivi e funzioni di organismi che non sono fini a se stessi, ma devono essere relazionati a servizi sanitari, educativi assistenziali in grado di dare ai cittadini salute, lavoro, benessere e cultura?
Su tali questioni la Scuola di Formazione all’Impegno Sociale e Politico “Paolo Borsellino”, la Caritas Diocesana e l’Ufficio Pastorale per i Problemi sociali e del Lavoro hanno elaborato e diffuso progetti operativi già dal 1998 nei quali ad esempio si suggeriscono interventi nei servizi, nell’assistenza agli anziani e nella strutturazione, ma anche nelle funzioni della rete scolastica regionale per la creazione di una educazione permanente funzionale ai bisogni del territorio.
Tali studi hanno avuto fra l’altro un anno fa l’assenso ed il plauso di una commissione interministeriale presente ad Agnone.
Le aree interne non vivono una situazione di precarietà, ma davvero, per certi aspetti, di drammaticità.
Questo, dev’essere chiaro a tutti, non è allora più il tempo delle dichiarazioni d’intenti, almeno per ciò che riguarda l’essenzialità della qualità della vita che necessariamente dev’essere garantita a tutti i cittadini, ovunque essi vivano.
Questo è perciò il momento di trasmettere all’opinione pubblica la sensazione che la politica non pone solo attenzione alle necessità dei cittadini, ma lavora concretamente con atti amministrativi per risolvere i problemi che sono all’orizzonte.
di Umberto Berardo