Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Ancona ha recentemente concluso un’operazione tesa al contrasto delle truffe nel settore degli appalti pubblici nell’ambito dei lavori di somma urgenza in Abruzzo a seguito del sisma del 2009.
Complessivamente sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Ancona n. 4 persone fisiche per truffa nei confronti di ente pubblico, turbata libertà degli incanti, falso ideologico del privato in atto pubblico e mendacio bancario e n. 2 società per la conseguente responsabilità amministrativa da reato, in relazione all’indebita aggiudicazione di tre gare di appalto in Abruzzo per un importo complessivo pari a circa
1,4 milioni di euro. E’ stato altresì proposto il sequestro preventivo per equivalente dei beni riconducibili ai principali responsabili.
Le indagini hanno riguardato tre appalti indetti, dal 2009 al 2011, da un Comune abruzzese per lavori di rinforzo e puntellamento di fabbricati di interesse storico-culturale.
L’assegnazione delle attività era avvenuta con gare informali attuate mediante una particolare procedura che prevede l’invito a cinque imprese del settore tra cui scegliere quella ritenuta più idonea allo svolgimento delle opere.
Le investigazioni hanno permesso di accertare che i due responsabili di una società anconetana, con la connivenza di due pubblici funzionari comunali, preposti all’espletamento delle procedure di selezione, avevano condizionato a loro favore l’esito delle gare concordando i nominativi delle altre società da invitare, che venivano così selezionate tra imprese in realtà non operanti, non in grado di eseguire le attività, ovvero prive delle qualifiche richieste.
Inoltre, una delle gare in argomento veniva scientemente assegnata ad una società abruzzese, in realtà riconducibile ai soggetti anconetani, che essendo priva di strutture ed attrezzature, subappaltava i relativi lavori alla suddetta impresa dorica.
Le due società peraltro sono risultate aver:
– presentato anche polizze fideiussorie false;
– commesso il reato di mendacio bancario per aver ottenuto indebite anticipazioni in conto corrente per oltre 500.000 euro, grazie alla avvenuta aggiudicazione dei predetti lavori in Abruzzo.
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