“Si sentivano voci da sotto le macerie che gridavano: ‘Aiutateci, aiutateci’. Mio padre e mia madre sono feriti, ma vivi”. È la testimonianza di una giovane donna nella sala d’attesa del pronto soccorso dell’ospedale di Ascoli Piceno. “Ero a Pagliare e dopo la scossa mi sono precipitata a Pescara del Tronto dove vivono i miei. Alcuni amici ci hanno aiutato ad estrarli – racconta in lacrime -: mia madre ha un braccio rotto e una lesione alla testa per fortuna non grave. A Pescara del Tronto è un macello. Sono morte almeno tre persone, un bambino l’ho visto passare davanti a me portato a braccia dallo zio che chiedeva disperatamente aiuto. Tantissimi i crolli”.
Reporter ANSA, scenario apocalittico ad Amatrice – “È uno scenario apocalittico quello che ci si trova davanti addentrandosi da Piazza Antonio Serva, nel centro storico di Amatrice, dopo il sisma devastante di questa notte. L’intera fila di abitazioni lungo quello che era il corso è completamente collassata e le macerie delle facciate crollate occupano tutta la sede stradale”. Questa la testimonianza dei redattori dell’ANSA giunti ad Amatrice immediatamente dopo il sisma. “I vigili del fuoco si stanno arrampicando a piedi sulle macerie per cercare eventuali dispersi, e anche un bobcat è in azione per cominciare a liberare la strada dalle macerie. Molti uomini stanno scavando a mano con le pale”. Semidistrutta anche la Chiesa di Sant’Agostino, la facciata è parzialmente crollata, anche il rosone; il campanile presenta grossi crolli ed è tuttora a rischio di collasso. Grossi blocchi di pietra bianca ingombrano la strada. I feriti vengono portati via dal centro anche con mezzi improvvisati come il cuscino di un divano usato come barella.
“Sono salvo per un miracolo e perché mi ero appena svegliato per andare a lavoro. Faccio l’operatore ecologico, mi ero appena alzato dal letto quando in un attimo è crollato tutto. Dieci secondi sono bastati per distruggere tutto”. Lo ha detto Marco, operatore ecologico di Amatrice, sopravvissuto al crollo della sua casa in via Costanzo Angelini, una delle vie del centro storico di Amatrice. “Mi ricordo la scossa dell’Aquila, durò più a lungo, qui in un attimo è successo di tutto”.