Calendario venatorio sospeso, Pepe: «La Regione avrebbe voluto l’apertura unica al primo ottobre, la Consulta ha deciso diversamente».
L’assessore regionale alla Caccia rompe il silenzio e scarica le colpe della bocciatura del Tar sui componenti della Consulta, quindi anche sulle associazioni venatorie.
“Prendo atto dei rilievi del Tar su alcuni aspetti del calendario, la mia struttura è già al lavoro per garantire, anche alla luce del giudizio atteso per la data del 28 settembre, una corretta apertura della caccia il prossimo 1 ottobre”.
Lo afferma l’assessore alle politiche venatorie, Dino Pepe, che interviene sul ricorso presentato sul calendario venatorio 2016/17 dal Wwf, azione che ha determinato la provvisoria sospensione del calendario a pochi giorni dall’avvio della stagione venatoria. Il ricorso presentato dal Wwf è stato accolto dai giudici amministrativi esclusivamente sulla decisione della Regione (perfettamente in linea con la normativa nazionale e regionale, ma non con talune prescrizioni dell’ISPRA) di consentire l’apertura della caccia solo per alcune specie (cornacchia, gazza, ghiandaia, volpe, lepre, fagiano e quaglia) prima del 1 ottobre e per alcune date fisse; sono specie di interesse puramente venatorio e in alcuni casi addirittura in aumento e dannose per l’agricoltura.
“Voglio ricordare che la Regione – osserva Pepe – all’atto della redazione del calendario aveva ipotizzato anche l’apertura in una data unica, il 1 ottobre, come suggerito dall’ISPRA, con una bozza discussa in Consulta regionale, alla quale non ha purtroppo partecipato il rappresentante del WWF, ma a prevalere come tesi maggioritaria in quella sede, dove sono rappresentate tutte le componenti venatorie, agricole e ambientaliste, è stata quella di programmare aperture differenziate, oggetto questo appunto del ricorso del WWF”.
“Il calendario venatorio – sottolinea ancora l’assessore Pepe – è un documento di difficile realizzazione perché risultano necessarie, oltre a competenze tecniche, anche un costante lavoro di uniformazione di norme nazionali, regionali, direttive comunitarie, peraltro costantemente in evoluzione, e soprattutto equilibrio nella gestione di esigenze differenti provenienti talvolta da visioni contrapposte della gestione della fauna, come quella tra cacciatori ed ambientalisti. Non a caso, infatti, nella precedente amministrazione regionale, ci furono innumerevoli ricorsi al Tar che costrinsero la Regione a ripetute modifiche dei calendari oggetto di ricorsi”.
L’assessore Pepe, già all’inizio del suo mandato, ha intrapreso un percorso di concertazione con le diverse componenti che ha portato ad avere diversi risultati e che, anche alla luce degli eventi attuali, avrà nei prossimi giorni ulteriori impulsi e stimoli. La decisiva azione di controllo sul cinghiale, che ha rappresentato nel 2015 una svolta e ridotto significativamente il danno sul territorio di circa il 25% a livello regionale ne è un pratico esempio, in cui sono state contemperate le esigenze del mondo agricolo, venatorio ed ambientalista.
L’assessore Pepe, infine, vuole puntualizzare anche che “alla base delle rimostranze del Wwf c’è soprattutto il mancato rinnovo del Piano faunistico venatorio regionale, carenza, questa, non certamente imputabile esclusivamente a questa amministrazione, visto che l’ultimo Piano approvato risale al 1992”. Su questo punto l’Assessore precisa che avvierà a breve la procedura per la redazione di un nuovo Piano e in questo percorso intende coinvolgere attivamente attraverso una procedura aperta e partecipata tutti i portatori di interesse.