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  • Cinghiali, Pepe shock: «Abbattimenti anche dentro i parchi e le riserve naturali»

    CUPELLO – Cinghiali, Pepe shock: «Abbattimenti anche dentro i parchi e le riserve naturali».

    Lo ha dichiarato pubblicamente l’assessore regionale alla Caccia durante un convegno a tema a Cupello.

    «Bisogna costringere i Parchi ad attuare dei piani di abbattimento all’interno delle zone dove l’attività venatoria e il selecontrollo sono preclusi, solo così possiamo sperare di arginare la prolificazione incontrollata dei cinghiali».
    Non ha usato mezzi termini l’assessore regionale alla Caccia, Dino Pepe, intervenuto oggi pomeriggio a Cupello ad una conferenza sul tema “Cinghiali: da problemi a risorsa” organizzata dal gruppo politico locale “Il Cambiamento” nella persona del consigliere comunale Camillo D’Amico. Presenti il sindaco Manuele Marcovecchio, il consigliere regionale Mario Olivieri, il funzionario della Regione Abruzzo, Franco Recchia, e il comandante della Polizia provinciale, Antonio Miri. Affollata la sala di cacciatori e soprattutto di agricoltori, alle prese ogni giorno con la presenza massiccia di cinghiali che rende praticamente inutile e infruttuosa ogni tipo di attività agricola.
    Occhi puntati, ovviamente, sull’assessore Pepe che, da buon politico, ha detto alla platea quello che la stessa voleva sentirsi dire, consapevole di attirarsi contro le critiche del mondo animalista.
    «Abbiamo messo in campo, in poco meno di un anno e recuperando decenni di inattività, tutti gli strumenti che la legge ci consente di attuare per arginare il numero di cinghiali. – ha esordito l’assessore – La caccia di selezione aperta tutto l’anno, anche sulla neve, il selecontrollo gestito egregiamente, qui nel Chietino e nel Vastese, dalla Polizia provinciale, e la braccata per il periodo consentito dalla legge. Gli abbattimenti sono in numero crescente e sono sicuro che con la collaborazione dei cacciatori si potrà fare ancora meglio. Abbiamo reso gratuito l’esame trichinoscopico, stiamo riscrivendo il piano faunistico che prevede la riapertura alla caccia di vaste zone ore precluse all’attività venatoria. Stiamo inoltre attivando la filiera delle carni selvatiche. Tutti strumenti ordinari che avranno un impatto sul numero di cinghiali. Ma abbiamo chiesto, insieme a colleghi assessori di altre Regioni, che il Governo centrale ci dia degli strumenti straordinari per far fronte al problema. In attesa di questi provvedimenti, ad esempio l’ampliamento del periodo di caccia in braccata, dobbiamo pretendere, come Regione, che si attuino dei piani di prelievo in quelle zone dove oggi non è possibile nessuna attività di prelievo venatorio e dove quindi i cinghiali sono indisturbati. E sto parlando dei Parchi, delle riserve naturali come Punta Aderci, l’oasi di Serranella, la lecceta di Torino di Sangro e il bosco di Don Venanzio. Solo così, grazie alla collaborazione dei cacciatori, dei selecontrollori e degli Atc, potremo essere incisivi, nel medio termine, rispetto all’emergenza cinghiali. Un problema non solo venatorio, ma ormai divenuto sociale e di pubblica sicurezza».

    Francesco Bottone

    effebottone@gmail.com

    tel: 3282757011

     

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