VASTO (CH) – «Si abbattono animali per cercare di mostrare che si sta facendo qualcosa, ma in realtà i problemi aumentano e non diminuiscono in particolare i danni all’agricoltura. Di contro abbattere animali adulti serve forse solo a trasformare il peso abbattuto in euro, ovvero un chilo più o meno un euro e chi vuol capire capisca».
Senza peli sulla lingua Angelo Pessolano, presidente provinciale dell’ArciCaccia del Chietino, contro le operazione di caccia di selezione e di selecontrollo che la Regione Abruzzo, per il tramite degli Atc e della Polizia provinciale, ha avviato sul territorio.
«I piani di abbattimento vanno stilati sulla base della reale conoscenza della struttura dei vari branchi, prelevando soprattutto i giovani e le classi zero. I danni all’agricoltura sono provocati maggiormente dai giovani ungulati, i cosiddetti rossi, e dai dati in nostro possesso sono quelli meno abbattuti. – continua nella sua critica Pessolano, il presidente dell’associazione venatoria che in passato è stata la più favorevole all’introduzione della caccia di selezione al cinghiale – Oggi si spara prevalentemente agli adulti, indifferentemente maschi e femmine. Stiamo destrutturando la specie».
«Si approva un piano di abbattimento per il 2018/19 che prevede 1804 capi in braccata più 500 in selezione il tutto con approvazione Ispra. – riprende Pessolano – Poi si leggono i dati e si scopre che ad oggi abbiamo già abbattuto in braccata 2377 capi quindi piano già ampiamente chiuso. Di questi 1532 sono adulti, il resto classi zero e uno, cioè giovani, e questo rende chiaro che così si destrutturano ancor di più i branchi e non si ottiene ciò che ci si vuole, bensì l’esatto contrario. A questi numeri, inoltre, bisogna aggiungere i cinghiali che verranno abbattuti dalla Polizia provinciale in attività di controllo e quelli che potranno essere catturati tramite gabbie o chiusini dagli agricoltori come la Regione ha previsto con l’ultima determina redatta dall’ufficio caccia. E ancora, l’Atc Vastese ora assegna ai selettori altri 500 cinghiali, in base al territorio e alla grandezza della squadra, ma si assegnano ancora animali adulti: ben 200 equamente divisi tra maschi e femmine e 300 giovani. Assegnare animali in codesto modo, a mo’ di lotteria, senza conoscere la reale presenza sul territorio e la struttura del branco non ha nulla di scientifico. – accusa il presidente dell’ArciCaccia puntando l’indice sull’Atc Vastese che ha redatto e proposto quel piano di prelievo – L’unico scopo è quello di eradicare, eliminare completamente il cinghiale e Ispra non può avvallare questo modo di fare».
E per fare chiarezza fino in fondo Pessolano in chiusura aggiunge: «Ritengo che la braccata sia necessaria, i numeri grossi li fanno le squadre in braccata. Io la prolungherei a tutto gennaio, dopo in febbraio si contano gli abbattimenti effettuati in braccata, si suddividono per classi di età, si effettuano i censimenti macroarea per macroarea, compreso nelle zone non vocate. Solo allora, con un dato reale sulla presenza e struttura dei vari branchi, si stila un vero piano di abbattimento selettivo che intervenga lì dove serve. Altrimenti queste operazioni servono solo a trasformare il peso abbattuto in euro, ovvero un chilo più o meno un euro e chi vuol capire capisca».
Francesco Bottone
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