VASTO (CH) – Un ricordo riproposto da Facebook, la foto di una battuta al cinghiale, diviene occasione per una frecciatina “politica” da parte del presidente dell’Ambito territoriale di caccia del Vastese, Antonio Campitelli. Il presidente regionale della Libera Caccia è un uomo pubblico, anche perché è attualmente a capo dell’Atc del Vastese, e dunque le sue esternazioni non possono restare tra amici e conoscenti, ma acquistano inevitabilmente una rilevanza pubblica appunto. Soprattutto se il presidente dell’Ambito fa certi commenti proprio nel momento in cui parte, o meglio riparte, la caccia di selezione al cinghiale.
«Nel 2015, quattro amici cacciatori di Atessa, Civitaluparella, Palena e Altino, vanno a caccia insieme a Torino di Sangro e condividono la passione per la caccia e per la cinofilia, tra risate, scherzi e battute. – commenta il presidente Campitelli – Solo quattro anni fa, quando non c’erano cervellotici regolamenti e c’era un sano spirito di condivisione e di goliardia. Quando l’amicizia prevaleva sulla burocrazia, quando il lavoro dei cani era più importante dei titoli acquisiti con i corsi, quando il saper andare a caccia era più importante dei confini di una zona di caccia, quando la caccia al cinghiale aveva un altro sapore e i cacciatori un altro spirito. Pensare che oggi sia ancora possibile rivedere una scena del genere? Ve la do io la risposta: NO. Viva la caccia al cinghiale con con i cani e i cacciatori, quella senza scartoffie e burocratizzazioni».
Insomma, un vero e proprio spot in favore della braccata quello lanciato dal presidente Campitelli, che acquista ancor più valenza polemica perché pubblicato proprio all’avvio della caccia di selezione al cinghiale sul territorio del Vastese. Braccata sì, selezione no, potrebbe essere questa la sintesi estrema del pensiero di Campitelli.
Francesco Bottone