VASTO – «Mattinata di incontri ravvicinati all’interno della Riserva di Punta Aderci per una nostra squadra che ormai quasi quotidianamente effettua delle ispezioni all’interno dell’area protetta. I soliti cinghiali diventati ormai dei nostri conoscenti, un tasso, un poiana di dimensioni impressionanti, un ramarro posizionato poi in un luogo più idoneo lontano dalla carreggiata e un canide che potrebbe essere senza dubbi un lupo, circostanza non esclusa dai veterinari dalla Asl di Vasto dopo la visione delle foto. Una Riserva sempre più splendidamente popolata».
E’ il post pubblicato su Facebook dal gruppo di Protezione civile di Vasto. Tutto molto bello, trattandosi di una riserva naturale. Il problema è che l’area protetta, e dunque preclusa alla caccia e anche alle attività di controllo della fauna selvatica poste in essere dalla Polizia provinciale, è a poca distanza dall’abitato. Gli animali escono frequentemente dalla riserva e vengono avvistati, se non causano incidenti o altri problemi, sulle strade, sull’Adriatica, tra le abitazioni. I cinghiali sono presenti in maniera massiccia, da anni, e ovviamente, essendo delle prede, è arrivato il predatore, cioè il lupo. All’interno della riserva vengono monitorare le popolazioni di fauna selvatica, in particolare quelle problematiche come ad esempio il cinghiale? Vengono effettuati i censimenti, quelli che i cacciatori fanno volontariamente sul resto del territorio venabile? Vengono stilati dei piani di prelievo degli animali in eccedenza? La fauna selvatica presente e in costante aumento viene gestita o si lascia tutto al caso? Tutte domande alle quali la direzione della riserva dovrebbe dare una risposta, se non al nostro giornale, almeno all’opinione pubblica. E questioni che dovrebbero interessare anche il nuovo assessore regionale alla Caccia, Emanuele Imprudente.
Francesco Bottone
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