AGNONE. Cambia il nome della società, ma la sostanza resta la stessa. Ad Agnone riesplode il caso dell’installazione di una centrale a biomasse per la produzione di biometano da fonte rinnovabile (biogas). Il progetto dell’impianto porta la firma dell’ingegnere romano Luigi Norgia, amministratore unico della Circeo Società Agricola Srl. Nei mesi scorsi, il professionista, con il bene placido dell’amministrazione comunale, aveva tentato di far atterrare nell’agro di Agnone la prima centrale a biomasse con la Neoagroenergie Srl. Un tentativo stoppato sul nascere dalla Soprintendenza del Molise che bocciò l’idea in considerazione dell’impatto ambientale e del ritrovamento di una necropoli risalente al IV secolo avanti Cristo nell’area individuata dalla società laziale. A nulla valsero le controindicazioni formulate dalla Neoagroenergie Srl la quale voleva la realizzazione dell’impianto lungo la strada provinciale 74 che collega Agnone a Belmonte del Sannio nei pressi del centro comunale dei rifiuti ingombranti. A distanza di qualche mese l’iniziativa è stata riproposta con lo spostamento del sito più a valle. Le opere da eseguire – si legge nella relazione a firma di Norgia – consistono nella realizzazione di un impianto per la produzione di biometano da fonte rinnovabile, specificamente da biogas generato da processi di digestione anaerobica si sottoprodotti di capacità produttiva di biometano pari a 250 Smc/h. Tra le motivazioni della presentazione della nuova domanda – quanto si legge nella relazione paesaggistica depositata all’ufficio tecnico di Palazzo Verdi dalla Circeo Società Agricola Srl – l’abbondanza nel comune di Agnone di materie prime (scarti agricoli, scarti di trasformazione di prodotti alimentari, deiezioni provenienti di allevamento) ora avviate allo smaltimento “tradizionale” e che invece potrebbero qui essere valorizzate abbattendo i costi di smaltimento per le aziende agricole eliminando potenziali fonti di inquinamento; l’abbondanza nelle vicinanze di aziende agricole in cui utilizzare il compost prodotto dall’impianto, nonché la presenza di un metanodotto che attraversa l’area del progetto. A detta della società romana, la realizzazione della centrale a biomasse, andrebbe a migliorare il contesto ambientale locale con una minore emissione di CO2 e con effetti positivi ricadenti sull’intera filiera agricola e dell’allevamento. Inoltre ci sarebbero interessanti ricadute occupazionali. Non dello stesso avviso il gruppo di opposizione a Palazzo San Francesco, Nuovo Sogno Agnonese che intende vederci chiaro. “Quello della realizzazione di un impianto a biomasse – afferma il capogruppo Daniele Saia – è un tema che riguarda l’intera comunità e deve essere trattato in maniera collegiale anche ascoltando il parere dell’amministrazione comunale di Belmonte del Sannio. Il modo di agire da parte dell’esecutivo Marcovecchio – aggiunge – dimostra, ancora una volta, il mancato coinvolgimento da parte dell’intera popolazione su scelte importanti che di fatto potrebbero cambiare volto ad un intero territorio, il quale, della salvaguardia ambientale, ha fatto un cavallo di battaglia”.