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  • A Guardiabruna il modulo per diventare profugo

    GUARDIABRUNA – La piccola comunità di Guardiabruna risponde con la satira alla notizia della probabile apertura di un centro profughi in paese.

    La frazione di Torrebruna, nell’Alto Vastese, ha una marcata identità. Già il sentirsi definire “frazione” irrita gli abitanti del posto. E l’arrivo in paese di decine o centinaia di profughi e richiedenti asilo avrebbe un effetto sconvolgente e destabilizzante.

    La cooperativa Matrix, quella che gestisce il centro profughi sul Monte Pizzuto di Schiavi, ha partecipato ad una gara in Prefettura, che molto probabilmente si aggiudicherà, per poter aprire altri centri di accoglienza nei Comuni del Chietino.guardiabruna3

    Le località esatte, per il momento, sono tenute nascoste da Matrix, anche se è ormai certa l’apertura di un secondo centro, oltre a quello già attivo, a Carunchio.

    L’altra cosa certa, perché confermata dai diretti interessati, è che nei mesi scorsi ci sono stati dei contatti tra i vertici della cooperativa Matrix, il sindaco di Torrebruna e la Curia di Trivento. Il motivo è la candidatura del palazzo baronale di Guardiabruna, di proprietà della Curia triventina appunto, come luogo ideale per ospitare profughi e richiedenti asilo.

    Matrix al momento smentisce, dunque almeno nell’immediato Guardiabruna non ospiterà migranti e rifugiati, non nelle prossime settimane, ma la notizia ha innescato comunque un certo dibattito in paese. Sulla pagina facebook Guardiabruna.com ad esempio, sono stati postati diversi commenti.

    «Come mai non a Torrebruna?» chiede polemicamente qualcuno.

    «Capisco, noi li accogliamo e con gli introiti rifacciamo la piazza a Torrebruna» replica un altro commentatore. 

    «Mi dispiace,A DESTRA SIMONE CANER DI MATRIX il palazzo baronale è usato per altri scopi non per accogliere i profughi» ribatte un altro.

    «Spero che non accadda! In una realtà così piccola causerebbe diverse criticità» risponde qualcuno.

    E ancora frecciatine all’indirizzo del sindaco Cristina Lella: «Ognuno a casa sua, ora voglio proprio vedere cosa farà la nostra cara amministrazione».

    «Arriveranno e noi non saremo più padroni di niente!» scrive allarmata una commentatrice.

    E visti i benefici di cui godono i profughi, vitto e alloggio e pocket money a spese dei contribuenti, qualcuno chiede interessato: «Dove si fa la domanda per diventare profugo?».

    E la risposta arriva qualche post dopo, con un modulo precompilato da riempire e consegnare in Comune (quello nella foto accanto a destra, ndr).categoria profugo

    Ma contro gli interessi economici di chi fa accoglienza e solidarietà a pagamento la satira, anche se ben fatta, può ben poco.

    Francesco Bottone

    effebottone@gmail.com

    tel: 3282757011

     

     

     

     

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