«Quando ho visto che i dati che stavo trasmettendo al Ministero indicavano chiaramente che al prossimo esame della Cabina di regia saremmo diventati zona rossa, non ho aspettato con le mani in mano, ma a tutela della salute pubblica ho fatto un’ordinanza per accorciare i tempi prendendo atto della situazione reale. Chiedo altrettanto per il procedimento inverso, cioè che si prenda atto della situazione reale, perché i dati che vengono analizzati dalla Cabina di regia sono quelli trasmessi dalla Regioni nella settimana precedente».
Così Marco Marsilio, governatore d’Abruzzo, questa mattina in conferenza stampa, in merito al permanere dell’Abruzzo in zona rossa, quasi unico caso in Italia. Marsilio ha emanato un’ordinanza regionale che ha anticipato il passaggio in zona rossa, finalizzato a riaprire qualche giorni prima di Natale appunto, mentre ore il processo inverso, il ritorno in zona arancione che darebbe respiro all’economia, sembra essere piuttosto difficile.
Alla base dell’inconveniente uno scostamento temporale tra il dato reale trasmesso dalle Regioni circa l’andamento epidemiologico, e la conseguente attuazione di misure di contenimento da parte del Ministero della Sanità.
«Questo metodo burocratico sta producendo l’effetto in base al quale si scontano le limitazioni di zona rossa sulla base di dati reali relativi a settimane precedenti. – ha proseguito infatti Marsilio – Ed è quello che sta accadendo anche all’Abruzzo. Con senso di responsabilità e di serietà ci siamo mossi in anticipo.
Ora chiedo a Speranza di evitare questa lettura burocratica che ci porterebbe a rimanere in zona rossa fino al 10 dicembre e magari ad essere l’unica regione in zona rossa in presenza di dati reali che ci collocano invece a mezza classifica rispetto alla saturazione dei posti letto in terapia intensiva. La Lombardia, ad esempio, sta al 61 per cento ed è in zona arancione.
L’Abruzzo è al 40 per cento, la soglia di allarme scatta al 30, ma non siamo la peggiore d’Italia. Il nostro dato è esattamente nella media, anzi al di sotto della media nazionale. Anche relativamente al famoso indice R con t: l’Abruzzo è sceso a 1 e 11, ci sono almeno sette regioni con situazioni peggiori, tutte gialle o al massimo arancioni.
Non stiamo accampando pretese, né urlando. Vorrei sapere, però, da che parte sta l’opposizione abruzzese, cioè se vogliono che l’Abruzzo faccia altri sette giorni in zona rossa solo per polemizzare con Marsilio. Confido che Speranza possa capire e accogliere questa nostra lettura dei fatti, atteso che anche il Dpcm, all’articolo 3, recita che il provvedimento è efficace per un periodo di quindici giorni.
Noi ne abbiamo fatti più del minimo necessario. In una settimana di cura, grazie all’anticipo dovuto alla mia ordinanza, siamo passati da 682 positivi giornalieri di media ai 514 attuali. Un risultato importante. Anche la pressione sugli ospedali va diminuendo in maniera sensibile. Oggi siamo in condizioni di equilibrio e sicurezza rispetto alla pressione sanitaria, anche perché stiamo aprendo e attivando nuovi posti letto per il potenziamento Covid.
Complessivamente duecento posti letto in più nelle due ultime settimane. Pensiamo di aver lavorato per riportare in equilibrio e sicurezza il sistema sanitario regionale. Se dipendesse solo da me dal 4 dicembre staremmo in zona arancione. Chiedo al ministro Speranza di condividere questa posizione, anche se dobbiamo attendere fino a lunedì in linea con altre regioni magari».