AGNONE – Un’occasione unica per conoscere compiutamente i risultati degli ultimi dieci anni di scavi nel più importante sito archeologico di area italica. Accadrà lunedì 5 giugno ad Agnone nell’ambito del tour itinerante “ Pietrabbondante si racconta al Molise , organizzato dall’Inasa l’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte di Roma. Dalle 11 del mattino fine alle 20.30 una mostra di 19 pannelli sarà allestita a palazzo Bonanni con la presenza per l’intera giornata dei giovani archeologi pronti a spiegare ai visitatori ogni particolare del loro importante lavoro.
Ospite d’eccezione della mostra “La Tavola degli dei” (pure visitabile durante tutta la giornata) sarà anche il prof. Adriano La Regina che alle 17 terrà la sua conferenza sui risultati della campagna di scavi 2016. Anch’essi eccezionali visto che è stato rinvenuto un tempietto pagano distrutto con apposito rito all’inizio del V° secolo dopo Cristo quando la religione cristiana si era definitivamente imposta nello stato romano.
Durante l’intera giornata di lunedì prossimo, patrocinata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Agnone e organizzata in collaborazione con la Biblioteca Labanca, sarà possibile dunque conoscere in dettaglio la storia degli scavi recenti del Santuario della nazione sannita con i suoi cinque templi, la Domus publica che sta per essere restaurata grazie ad un finanziamento statale, il cantiere abbandonato dagli scalpellini del I secolo avanti Cristo, l’erario dello stato sannita e altri ritrovamenti che contribuiscono in maniera crescente a conferm are l’eccezionalità del sito di Pietrabbondante. Un’occasione unica che ci si augura sarà utilizzata anche dalle scuole locali.
Nota informativa – Il santuario italico di Pietrabbondante (IS), sede di culto pubblico della nazione sannita fino agli inizi del I sec. a.C., è noto per le straordinarie testimonianze architettoniche dell’ellenismo italico costituite dal complesso monumentale del teatro, scavato nell’Ottocento, e del grande tempio a tre celle su alto podio, scavato negli anni 1959-1976. Gli scavi condotti dall’INASA a partire dal 2002, hanno consentito il ritrovamento di una casa ad atrio con impluvio, identificata con la domus publica del santuario. L’edificio è dotato, nella parte posteriore, di un grande portico destinato alla raccolta di doni votivi e ad attività cultuali. Qui è stata ritrovata una dedica a Ops Consiva e il suo sacrarium, un piccolo ambiente all’interno del portico. L’edificio, affine per tipologia alla Regia di Roma, costituisce il primo esempio monumentale di domus publica.
Nel 2010 è stato individuato un nuovo tempio, senza podio, costruito in terra cruda e con pianta tripartita, identificato con un aerarium e destinato alla raccolta del denaro offerto dai devoti. Nel 2016 è stato infine ritrovato un sacello, distrutto agli inizi del V sec. d.C. con un complesso rito di cessazione in ottemperanza alle disposizioni teodosiane per la chiusura dei luoghi di culto pagani. Un cantiere incompiuto e altri ritrovamenti, come una fornace di età imperiale, stanno dando nuova luce al prolungato utilizzo dell’area sacra che al momento si può misurare in oltre un millennio di frequentazione.
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