Avvelenamenti di cani da tartufo in Alto Molise, la strage continua. L’ennesimo caso si registra a Vastogirardi, dove nei giorni scorsi un cane da tartufo è morto dopo aver mangiato qualche esca avvelenata. L’animale è stato refertato dal servizio veterinario dell’Asrem che ha poi inviato una nota al Comune di Vastogirardi, o meglio al sindaco in qualità di autorità sanitaria locale e di pubblica sicurezza. Sulla scorta di quella comunicazione Asrem il primo cittadino Antonio Cea è stato costretto a firmare una ordinanza di interdizione ai cani da caccia e da tartufo su parte del territorio comunale e precisamente in località Pantanelli.
Poi il singolo caso si è trasformato una vera e propria emergenza, perché il numero di cani rimasti avvelenati è salito rapidamente a tre e non è escluso che ve ne siano altri anche se al momento sono sconosciuti alle autorità. Anche per gli altri due animali, non si sa ancora se fossero da caccia o da tartufo, sono stati effettuati i controlli veterinari del servizio pubblico e si attendono ora i risultati delle analisi di laboratorio che permetteranno di confermare l’ipotesi dell’avvelenamento, anche se la stessa pare piuttosto evidente dalla sintomatologia e dal rapido peggioramento delle condizioni dei cani fino alla morte.
E proprio l’aumento dei casi segnalati ha spinto il sindaco, a distanza di poche ore dal primo provvedimento, a firmare una nuova ordinanza con la quale ha integrato la precedente «al fine di una maggiore tutela della salute pubblica per eliminare l’insorgenza di pericoli a minaccia della salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente» vietando l’accesso nella zona di contrada Pantanelli anche all’uomo e a qualsiasi altra specie di animale domestico e da allevamento. In forza di queste due ordinanze, dunque, l’area interessata è interdetta fino a nuovo ordine, al fine di scongiurare nuovi possibili casi di avvelenamento e per consentire alle Forze dell’ordine di procedere, senza intralci, alla necessaria bonifica della quale ovviamente dovrà occuparsi il Nucleo cinofilo antiveleni dei Carabinieri Forestali di stanza a Frosolone, con l’ausilio del formidabile fiuto del cane “Africa”.
Pare che la stessa unità, tuttavia, in questi giorni sia impegnata altrove, sempre per interventi di istituto e dunque la bonifica del sito potrebbe slittare di qualche giorno. Ed è questo, alla luce della più elementare logica, il motivo per il quale il sindaco di Vastogirardi si è affrettato a “ribattere” l’ordinanza, emanandone una seconda molto più stringente con la quale, appunto, ha interdetto l’intera area potenzialmente contaminata a qualsiasi attività umana, dalla caccia, al pascolo, passando alla raccolta di funghi e tartufi, ma anche al più semplice trekking.
Con il passare delle ore le eventuali esche residue spariranno dalla circolazione, perché presumibilmente verranno mangiate anche dalla fauna selvatica, volpi in particolare o peggio lupi, cani selvatici e via elencando. Quindi la conta dei danni, cioè di animali avvelenati, è destinata a salire, anche se sarà difficile avere riscontri relativamente alla fauna selvatica. Il sindaco Cea inoltre comunica che «chiunque rinvenga un animale morto o materiale che si sospetti possa essere un veicolo di sostanze tossiche o nocive, compresi vetri, plastiche, metalli o materiali esplodenti, eviti il contatto diretto e segnali il ritrovamento alle forze di polizia, attendendo fino al recupero della carcassa o del materiale sospetto».
Francesco Bottone