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  • Carenza di medici, l’Asrem lancia l’amo: cento euro a ora per i pensionati che rientreranno in ospedale

    L’ordine è quello di abbattere le liste di attesa. E la strategia ideata a tale scopo è quella di utilizzare medici in quiescenza, cioè in pensione, per snellire le visite ambulatoriali. E’ quanto messo nero su bianco su un atto aziendale dell’Asrem, precisamente con la deliberazione del direttore generale che Di Santo ha firmato appena qualche giorno fa.

    Tra le normative e gli atti citati in premessa vi è anche quello emanato dalla struttura commissariale al fine di abbattere le liste di attesa, che dispone, appunto, il coinvolgimento  degli specialisti ambulatoriali e ospedalieri, dei medici universitari contrattualizzati con l’Asrem, con l’apporto di personale infermieristico e tecnico e dei medici in quiescenza. Cioè i pensionati i quali dovrebbero lasciare le loro attuali occupazioni per dotarsi di partita Iva, polizza assicurativa e indossare nuovamente un camice bianco per rientrare in ospedale a garantire visite specialistiche, quelle stesse che l’azienda sanitaria non riesce ad erogare con la dotazione organica di cui dispone.

    Per il finanziamento delle prestazioni occorrenti per l’abbattimento dei tempi di attesa, si legge testuale sull’atto siglato da Di Santo, l’Asrem «è autorizzata ad utilizzare l’ulteriore quota del fondo sanitario di parte corrente anno 2024 pari a € 533.991». Poco più di mezzo milione di euro, dunque, per accordarsi e pagare i medici in pensione che torneranno in corsia. Già, perché al di là di quanto si possa pensare, non si tratta di volontariato, né di alcun atto eroico o di filantropia. I medici in pensione che vorranno rientrare e prestare le proprie opere professionali saranno infatti pagati, e ci mancherebbe altro. La stessa nota del direttore generale dell’Asrem, infatti, dispone di «stabilire che agli specialistici ambulatoriali e ai medici in quiescenza che aderiranno al progetto per l’abbattimento delle liste di attesa verrà corrisposto l’importo lordo di € 100 per ogni ora lavorativa».

    Cento euro a ora, presumibilmente a visita dunque, con strumentazione e attrezzature diagnostiche fornite dall’ospedale. Questo prevede l’accordo tra l’Asrem e i medici specialisti in pensione. Tale attività è da ritenersi riconducibile a prestazioni di natura temporanea e altamente qualificata riferita all’obiettivo specifico dell’abbattimento delle liste di attesa. L’incarico sarà svolto sulla base di una programmazione «compatibile con le esigenze aziendali e quindi con le esigenze di funzionalità dell’Unità Operativa, Distretto o Dipartimento di assegnazione, d’intesa con il Responsabile dell’Unità Operativa alla quale il professionista è assegnato» si precisa sullo schema di contratto che i professionisti pensionati dovranno firmare.

    L’incarico non instaura un rapporto di impiego subordinato a tempo determinato né indeterminato, ma consiste nell’esercizio di “prestazione d’opera intellettuale”, ai sensi dell’articolo 2222 e seguenti del Codice Civile. L’incarico avrà durata fino al 31 dicembre 2025 a decorrere dalla sottoscrizione del contratto e comunque «potrà essere rescisso anche prima di tale termine allorquando siano abbattute le liste di attesa». Insomma, la dotazione economica c’è, si tratta ora di trovare professionisti che vogliano lasciare le proprie attività da pensionati per rientrare in ospedale, a fare visite ambulatoriali, a cento euro a ora.

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