Una interrogazione indirizzata al presidente della Giunta regionale d’Abruzzo, Marco Marsilio, e all’assessore alla Caccia, Emanuele Imprudente, sull’utilizzo di dispositivi di illuminazione del bersaglio durante le attività notturne di controllo delle popolazioni di cinghiale è stata presentata, nei giorni scorsi, dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Domenico Pettinari.
L’esponente politico pentastellato, evidentemente su imbeccata di qualcuno, cita la legge 157 del ’92 e in particolare i divieti imposti in merito alle distanze da tenere da abitazioni, strade e ferrovie quando si utilizzano armi da fuoco. Pettinari richiama anche una direttiva del Consiglio europeo che vieta l’utilizzo di sorgenti luminose artificiali per illuminare i bersagli come l’«amplificatore elettronico d’immagine per tiro notturno». Ancora viene richiamata da Pettinari la delibera di giunta regionale relativa alle attività di controllo delle popolazioni di cinghiale che prevede «espressamente l’utilizzo dell’abbattimento notturno alla cerca con automezzo e faro solo da parte della Polizia provinciale o comunque in sua presenza diretta ed in particolari casi ove non possono essere impiegate altre tecniche». Secondo il consigliere del Movimento 5 Stelle «sempre più frequentemente si è assistito ad attività di controllo dei cinghiali svolte durante le ore notturne, con l’ausilio di supporti per la visione notturna e sorgenti luminose artificiali». In sostanza Pettinari denuncia pubblicamente, su un atto di sindacato ispettivo in Consiglio regionale, che sul territorio della regione Abruzzo vengono impiegati i cosiddetti visori notturni, cosa che «dalla richiamata normativa non sembrerebbe essere autorizzata» precisa il pentastellato. In conclusione Pettinari chiede al presidente della Giunta e all’assessore Imprudente di sapere «se corrisponde al vero che in Abruzzo sia vietato effettuare attività di controllo durante le ore notturne con ausilio di visori notturni e sorgenti luminose artificiali o, in caso contrario, quali sono i soggetti autorizzati a tali attività e in quali circostanze». E in chiusura Pettinari chiede testualmente: «Se corrisponde al vero che siano state effettuate, senza autorizzazione, le attività di controllo del cinghiale durante la notte, con l’impiego di visori notturni e sorgenti luminose artificiali e nel caso quali iniziative sono state assunte o si intendono assumere in futuro per risolvere tale problematica».
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