La questione tamponi al “Caracciolo” tiene ancora banco, rilanciata in qualche modo dall’iniziativa del gruppo politico “Esserci”. La compagine guidata dall’ex candidato sindaco Iannelli, ora consigliere comunale di opposizione, ha organizzato, nei giorni scorsi, un punto di raccolta mobile per effettuare i test rapidi a pagamento. E proprio l’iniziativa ha messo ancora di più in luce le carenze e le inadempienze dell’Asrem che, nonostante i proclami, non è ancora riuscita ad attivare il servizio di raccolta tamponi presso l’ospedale “Caracciolo” di Agnone.
«La nostra Asrem di fatto non provvede a nulla, – tuona don Francesco Martino, ex cappellano ospedaliero e dunque ex dipendente dell’Asrem stessa – né a far arrivare le risposte sui tamponi già fatti, né a potenziare e far funzionare l’Ufficio di Igiene Pubblica di Agnone, né ad attivare in zona l’Usca per l’assistenza domiciliare ai casi covid, né ad attrezzarsi per i tamponi in loco, né per mappare i contagi. Eppure sono passate quasi tre settimane dall’incontro con l’amministrazione comunale e i vertici dell’azienda sanitaria regionale non hanno fatto nulla.
Non possono perdere tempo con Agnone, da loro definito sprezzantemente il “centro del mondo”, perché hanno fatti più importanti a cui pensare, per esempio a comprare solo 26mila vaccini anti-influenzali invece dei 52mila dell’anno scorso, oppure a chiudere servizi e reparti, oppure a non permettere a tutti i laboratori di Campobasso, Isernia, Termoli e Agnone di comprare i macchinari e reagenti per fare l’esame del tampone e ovviamente senza reperire il personale che servirebbe, pur potendolo fare. E intanto – chiude polemicamente don Martino – i contagiati vanno in giro senza controllo e noi siamo abbandonati. A questo punto mi appello al sindaco Daniele Saia, come autorità sanitaria locale, di emettere ordinanze per costringere l’inutile Asrem ad agire e a chiedere al Governo nazionale di commissariarla direttamente».