Presso il foyer del teatro Italo Argentino, l’assemblea dei soci del Centro Studi Alto Molise ha rinnovato le cariche del direttivo. Il presidente Cristian Di Pietro ha aperto i lavori ripercorrendo i tre anni di attività 2021-2023 e sottolineato le difficoltà affrontate all’inizio della pandemia e le numerose attività svolte anche grazie alla collaborazione con la diocesi di Trivento. Di Pietro ha poi rimarcato di non voler proseguire l’esperienza da presidente per impegni personali. Di seguito l’assemblea ha individuato sette membri che hanno assunto l’incarico nel Consiglio di Amministrazione che a sua volta ha indicato quale nuovo presidente Ida Cimmino, la vice presidente, Valentina Mucilli, il tesoriere, Armando Sammartino, il segretario, Marcella Amicone e i consiglieri, Nunzia Perrella, Saverio La Gamba e Fabrizio Meo.
“Occorre ripartire da un cambiamento sostanziale che deve compiere in tempi rapidi il passaggio in Associazione di promozione sociale (Aps), operazione fondamentale per tornare operativi ad ampio respiro” le prime parole di Ida Cimmino. “Bisogna ridisegnare, inoltre, un progetto coerente con obiettivi a breve, medio e lungo termine, che rifocalizzi l’attenzione su elementi cardine come la prosecuzione degli studi labanchiani, la ripresa e l’approfondimento di momenti storici e figure di rilievo nella letteratura e nella musica che hanno animato il territorio, l’apertura a tematiche di scottante attualità come l’IA e le sue implicazioni etiche e morali, la ripresa di iniziative di promozione culturali a cadenze fisse. È importante creare un comitato tecnico scientifico che accompagni il Consiglio nella scelta dei filoni di indagine e di approfondimento. Resta fondamentale il filone della collaborazione con la Diocesi di Trivento e la co-progettazione dei percorsi culturali che consentono incontri di alto valore formativo. Il Centro Studi intende anche farsi promotore di una consulta delle associazioni agnonesi, inestimabile risorsa del territorio, le cui forze e iniziative necessitano di confronti ampi, di coordinamento, di unione. La parola d’ordine nel nuovo triennio sarà il confronto e l’incontro, la condivisione e la concordia, andando oltre ogni steccato, ogni inutile e sterile polemica, perché l’obiettivo centrale per tutti è operare per il paese e per il territorio, mai per sé stessi; sempre a servizio della cultura, intesa come cura di sé, dei propri pensieri, come progressiva consapevolezza del proprio stare al mondo in una connessione complessa, con un ruolo preciso da svolgere al meglio, qualunque esso sia, per il bene di tutti; saremo operai instancabili, convinti che molto c’è ancora da fare, da scoprire, da valorizzare, nei luoghi e nella storia, ma soprattutto in ogni membro della comunità”, ha concluso Cimmino.
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