A tre mesi dal crollo del ponte Morandi, è legge il decreto su Genova e altre emergenze. Il testo è stato approvato dal Senato con 167 voti favorevoli, 49 contrari e 53 astensioni. Il provvedimento era passato alla Camera il primo novembre, dopo una seduta notturna. Sono 10 i senatori M5s che non hanno preso parte alla votazione: Vittoria Deledda Bogo, Alfonso Ciampolillo, Saverio De Bonis, Gregorio De Falco, Luigi Di Marzio, Elena Fattori, Michele Giarrusso, Cinzia Leone, Paola Nugnes e Mario Turco.
L’Aula del Senato ha sospeso per qualche minuto la seduta dopo l’approvazione del decreto Genova e altre emergenze, in un clima di bagarre. Poco prima, alcuni senatori del Pd avevano mostrato il fascicolo del provvedimento, con il presidente del Senato Casellati che ha subito chiesto di mettere giù i fascicoli. Ma a scatenare le polemiche il pugno alzato del ministro Toninelli per festeggiare il voto. “E’ inaccettabile e indecente quello che ha fatto il ministro. Non gli chiediamo di condividere o comprendere quello che stiamo dicendo, ma ascolti e dia il buon esempio alle scolaresche che ci stanno guardando”, afferma la capogruppo di Forza Italia, Annamaria Bernini, ed ha esortato il ministro a non venire più in Aula “ad alzare i pugni”.
E con il Decreto Genova diventa legge anche l’emendamento numero 40 bis, quelle famose tre righe che significano lo stanziamento di due milioni di euro per la messa in sicurezza del ponte Sente tra Castiglione e Belmonte. Entro fine anno i due milioni saranno disponibili nelle casse della Provincia di Isernia, ente gestore (per modo di dire, ndr) del viadotto.