«Cento giorni di tasse, danni e propaganda». Così l’opposizione di centrodestra (Forza Italia, Nuovo Centro Destra e Abruzzo Futuro) in Consiglio regionale ha definito i primi mesi del Governo regionale.
«In 100 giorni – ha rilevato il Capogruppo di FI Lorenzo Sospiri – abbiamo assistito solo al tentativo di abrogare la legge per la riduzione del carico fiscale e all’introduzione dei ticket sulle prestazioni riabilitative. I fondi del Pain (Programmi Attuativi Interregionali) ai Comuni sono stati, invece, cancellati, quelli per il dissesto idrogeologico convogliati per la demolizione dell’ex Cofa di Pescara e sono stati bloccati i progetti per la cultura. Su altri temi importanti, come la petrolizzazione e la riduzione dei punti nascita, poi, D’Alfonso è rimasto drammaticamente in silenzio».
Per l’ex Presidente della Regione Gianni Chiodi (FI) «è comprensibile che in 100 giorni non possano essere portate a termine riforme epocali – ha sottolineato – ma il centrosinistra, oggi al governo regionale, non ha nemmeno cercato di abrogare i miei provvedimenti che, quando era all’opposizione, aveva fortemente criticato. Invece, non solo i nostri orientamenti, a esempio in materia sanitaria, sono stati confermati, ma addirittura sono stati adottati atti peggiorativi, come i ticket e la riduzione dei punti nascita, che noi ci eravamo rifiutati di introdurre. Su altre tematiche, poi, siamo rimasti agli annunci: dov’è finita la Asl unica regionale, dove sono i provvedimenti per la riduzione delle liste d’attesa che io avevo firmato e che il nuovo Governo non ha applicato? Invito anche a riflettere sulla vicenda dell’ex Cofa: la mia Giunta aveva raggiunto un accordo per l’alienazione del complesso a un valore di 13 milioni di euro. Oggi non solo quell’immobile non sarà venduto, ma dovremo anche sostenere i costi della sua demolizione, pari a un milione di euro. C’è stato solo un settore in cui D’Alfonso è andato veloce: quello delle modifiche normative per consentire la nomina di un direttore generale e di un sottosegretario alla presidenza».
Sull’agricoltura ha puntato l’accento il Consigliere Mauro Febbo (FI), secondo cui «in questo comparto la nuova Giunta regionale non ha fatto nulla – ha rimarcato – avevamo predisposto il piano di sviluppo rurale con fondi pari a oltre un miliardo e 100 milioni, ma questo programma, che avrebbe favorito investimenti privati per 350 milioni di euro, non è stato ancora presentato a Bruxelles. Senza considerare che nella brochure fatta stampare per documentare i primi 100 giorni di D’Alfonso si fa riferimento al bando per l’assegnazione di contributi ai giovani agricoltori, dimenticando che il relativo bando è stato approvato da me lo scorso marzo».
Per il Consigliere Paolo Gatti (FI) un cambio di rotta D’Alfonso l’ha portato. «Non nei fatti però – ha puntualizzato – ma in uno stile comunicativo con dei contenuti francamente imbarazzanti. Vengono indicati come risultati della Giunta l’ottenimento di fondi che sono erogati ogni anno e la ricostituzione del Cicas (il comitato per la gestione delle crisi aziendali, ndr) che è in funzione da sempre. E’ evidente, dunque, che il solco tra la narrazione e la realtà è sempre più profondo».
Sull’esclusione di alcune aree della regione dagli aiuti europei è intervenuto il Consigliere Emilio Iampieri (FI). «Abbiamo sentito parlare di provvedimenti a sostegno delle imprese – ha detto – ma l’unico atto in questo settore è stato la rimodulazione delle zone beneficiarie delle misure dell’Ue, da cui è stata esclusa la Marsica. Sarà un caso, forse, ma dopo questa notizia la storica cartiera Burgo di Avezzano ha deciso di chiudere».
Il Capogruppo di Ncd Giorgio D’Ignazio ha stigmatizzato i mancati interventi nella sanità. «Penso – ha continuato – alla promessa di rivedere la rete delle guardie mediche e dell’emergenza, e al nodo delle residenze sanitarie assistite e delle case di riposo. La verità è che si è pensato solo a gettare le basi per le nomine, senza preoccuparsi di colpire le classi più deboli della nostra società».
Mauro Di Dalmazio, Capogruppo di Abruzzo Futuro, ha parlato infine di interventi di «puro maquillage politico, in cui non c’è traccia né del piano demaniale regionale, che il centrosinistra aveva annunciato di voler approvare subito dopo l’insediamento, né dei provvedimenti attuativi sui fondi strutturali».