La decisione dell’Atc Vastese di immettere starne solo nei territori al di sopra dei 700mt e i fagiani solo al di sotto di quella soglia altimetrica ha provocato una vera e propria alzata di scudi da parte dei cacciatori. A contestare l’opinabile decisione, in particolare, l’associazione ArciCaccia, con tutti i presidenti dei circoli comunali che fanno quadrato attorno al presidente provinciale Pessolano.
«La decisione, priva di un sensato motivo tecnico, non ha trovato nemmeno l’unanimità dei voti nel Coges Vastese, con forti contestazioni da parte dei rappresentanti di Arci Caccia e di un membro della Libera Caccia. – spiega Angelo Pessolano, presidente provinciale dell’Arci Caccia Chieti – Diversi responsabili dei circoli dei cacciatori dell’area del Sinello, del Trigno e del Sangro hanno già scritto, altri lo faranno nelle prossime ore, chiedendo al presidente dell’ambito, Marchioli, delle serie motivazioni che hanno portato lui in particolare, che dovrebbe essere super partes e garante dei pari diritti e equità di comportamento per tutti gli iscritti e gli ammessi di codesto Atc, a prendere questa singolare decisione. Le risposte, che tra l’altro non paiono sue, sono state carenti e non supportate dal nulla a livello tecnico: ad oggi non esiste un solo tecnico che possa definirsi tale che possa avvallare una stupidaggine simile.
Tra l’altro, – continua Pessolano – Ispra non farebbe passare mai una tale proposta di immissione di selvaggina, a maggior ragione alla luce del fatto che verrà effettuato un lancio pronta caccia per fine agosto. Una incapacità gestionale dettata da appartenenza di maglia e non supportata da uno studio scientifico. Si tratta di una decisione voluta e partorita da pochi membri di questo Coges. Speriamo che la levata di scudi serva ad aprire la mente al presidente Marchioli, per farlo tornare indietro su questa assurda decisione. Se ciò non dovesse accadere, – chiude deciso Pessolano – bisognerà fare altro».