Mentre la gente continua a chiacchierare e a polemizzare sui social circa la crisi idrica, ignorando la realtà dei fatti, c’è chi lavora e chi addirittura programma il rifornimento di acqua per assicurare una erogazione più o meno accettabile, sostituendosi, di fatto, al sedicente gestore del servizio idrico integrato.
Sono già dodici, infatti, i viaggi effettuati dall’autobotte adibita al trasporto di liquidi alimentari che hanno rifornito, in questi giorni, il serbatoio della rete idrica di Schiavi di Abruzzo. Dodici viaggi da diecimila litri l’uno, un importante rifornimento di acqua potabile che permette di avere una erogazione in paese che non causi troppi disagi non solo alla popolazione residente, ma anche ai tanti turisti che affollano il piccolo centro montano dell’Alto Vastese.
Il rifornimento di preziosa acqua potabile avviene, ormai da giorni, grazie alla disponibilità mostrata dal Comune di Civitanova del Sannio, in Molise. Accordi tra le due amministrazioni comunali interessate hanno permesso di rifornire i serbatoi della rete idrica di Schiavi di Abruzzo con qualcosa come 120mila litri di acqua potabile. Un rifornimento d’emergenza, operato dal Comune che di fatto si sta sostituendo alla Sasi, il carrozzone politico che gestisce, almeno sulla carta, il servizio idrico integrato nel Vastese e in molti altri centri del Chietino.
L’amministrazione comunale di Schiavi, proprio in previsione dei disagi causati dalla crisi idrica, ha stanziato dei fondi in bilancio per sopperire alle fasi emergenziali come quella che si sta registrando. Programmazione, dunque, messa a bilancio. Il resto sono chiacchiere dei vacanzieri ignoranti, nel senso che ignorano quanto sta accadendo.
Il paradosso è che in tutto ciò la Sasi ci guadagna pur non avendo fatto sostanzialmente nulla, perché l’acqua di Civitanova comprata dal Comune di Schiavi e immessa nella rete idrica passa poi per i contatori degli utenti e viene contabilizzata e finisce dunque sulle bollette emesse proprio dalla Sasi. La stessa acqua pagata due volte, dal Comune e poi dagli utenti. Salvo che poi la Sasi non rimborsi la spesa alle casse comunali di Schiavi, ma questo è tutto da vedere.