Buone notizie per il Molise e per la tutela delle sue acque interne: durante le prime giornate di marzo sono state avviate le attività di ripopolamento dei fiumi Volturno e Biferno con nuovi esemplari di trote mediterranee, specie vulnerabile in Europa e a rischio d’estinzione in Italia. Grazie al progetto life Nat.Sal.Mo è infatti avvenuta la semina delle uova, prossime alla schiusa, nei bacini idrici molisani,
prodotte a partire da riproduttori selvatici e fecondate con il seme stoccato presso il Dipartimento Agricoltura Ambiente e Alimenti dell’Università del Molise, nella prima criobanca di trota mediterranea in Europa.
“La costruzione dei nidi sta avvenendo con il supporto e l’aiuto delle associazioni di pescatori locali che aderiscono al progetto e che ne condividono gli obiettivi di salvaguardia e tutela della naturalità degli ecosistemi fluviali”, afferma Nicolaia Iaffaldano, Project Manager Life Nat.Sal.Mo dell’Università del Molise. “Le associazioni coinvolte stanno aumentando di anno in anno e le attività di semina si estenderanno fino alle prime settimane della primavera. Alla fine di questa stagione avremo ripopolato i fiumi molisani con circa 200mila uova della specie nativa”.
Anche grazie alla sinergia con il progetto, le associazioni di pescatori che hanno in concessione tratti fluviali “No kill”, aree disciplinate dalla Regione Molise per tutelare, proteggere e incrementare il patrimonio ittico, e al contempo favorirne la riproduzione, hanno rimandato l’apertura della pesca di un periodo di tempo che va dalle quattro alle sei settimane, per permettere alla specie di terminare il proprio periodo riproduttivo senza arrecare disturbi.
“Il periodo di chiusura alla pesca deve tutelare non solo il periodo riproduttivo, ma più in generale quello in cui la specie è più vulnerabile”, ha commentato Pier Paolo Gibertoni, ittiologo e presidente di Mediterranean Trout Research Group. “Il progetto life Nat.Sal.Mo ci ha permesso di indagare e monitorare molti aspetti etologici della trota mediterranea, per esempio gli spostamenti della specie e i tempi che questi richiedono. L’analisi ha generato informazioni preziose sia al mondo della pesca che a quello istituzionale. Questo ci permetterà di salvaguardare la riproduzione naturale anche nel futuro, dopo la fine delle attività progettuali”.