«Non è un campo eolico è una estensione di grattacieli grande più del lago d’Occhito. Un mostro, dall’impatto devastante». Così esordisce Micaela Fanelli, capogruppo del PD. “Di questo parliamo in riferimento alla proposta di Repsol San Mauro di Milano, con i suoi 15 pali fra i comuni di Jelsi, Riccia, Pietracatella, Gambatesa (99 MW) e relative opere di connessione elettriche”.

Il nome è “Le serre”, dalla contrada di Jelsi dove è previsto l’impianto di alcuni generatori e l’impianto è sottoposto a Valutazione di Impatto di competenza statale con il coinvolgimento dei relativi ministeri (ambienti e beni culturali) e al rilascio dell’autorizzazione unica da parte della Regione Molise – Politiche energetiche.
“Entro il 27 marzo – spiega Fanelli – vanno mandate le osservazioni al Ministero attraverso il link: https://va.mite.gov.it/it-IT/Oggetti/Info/11326 e invito tutti a farlo. Per parte mia lo farò, così come lo stanno facendo cittadini, associazioni e soprattutto enti ed amministrazioni comunali. Ieri si sono incontrati i sindaci interessati, allarmati e attivi. Venerdì prossimo a Jelsi ci sarà un’assemblea pubblica nella sala consiliare e sabato 22, alle ore 18.00 presso il villaggio turistico Ciocca, i comuni coinvolti promuovono un incontro pubblico dedicato, anche questo aperto a tutti i cittadini, associazioni e comitati. Saremo nell’epicentro del campo eolico. Fra le contrade Parruccia, Rio Secco, Colle Celaro, le masserie Manocchio di Riccia e la contrada Serre di Jelsi, dove insiste il maggior numero dei pali e quelli a maggior impatto. Vicino ai centri, alle case, alle attività agricole e artigianali, ai beni culturali tutelati…un progetto di cui non si capisce neanche bene l’ubicazione dei pali, sbagliato anche nella proposta formale, va rigettato in toto. Per questo, ci batteremo!”.

Sulla questione, è stata già presentata in Consiglio Regionale un’interrogazione dalla consigliera Fanelli e dalla consigliera Salvatore, per avere contezza su come si sta muovendo la Regione su questo specifico progetto, ma più in generale sull’individuazione delle aree non idonee e del piano paesaggistico.
“Due vexate questio – conclude Fanelli – Sulla prima Di Lucente ci aveva rassicurato che entro gennaio avremmo avuto il confronto sul testo predisposto dall’Università. Ancora niente. Eppure è urgentissimo che si adotti un atto generale che ci protegga da quella che considero una vera e propria invasione speculativa”.