Il pronto soccorso dell’ospedale di Agnone perde anche il medico a bordo dell’ambulanza. La notizia è ancora ufficiosa, ma è l’ipotesi alla quale stanno “lavorando” i vertici dell’Asrem, abili nel tagliare, un po’ meno nel cucire. In vista dell’estate, quando anche i medici e gli infermieri vanno in ferie, evidentemente l’azienda sanitaria sta pensando ad una razionalizzazione delle risorse, spostandole dove possano essere maggiormente utili, cioè verso gli ospedali più grandi e più operativi rispetto al vecchio e sgangherato “Caracciolo” di Agnone.
E siccome i medici non nascono sotto i cavoli, soprattutto quelli impiegabili nei Pronto soccorso e sulle ambulanze per l’emergenza urgenza, l’Asrem, come sempre, toglie dove a suo parere quei professionisti in grado di salvare le vite non servono o servono meno, almeno statisticamente, ad Agnone appunto, per trasferirli “momentaneamente” dove la casistica degli interventi e delle richieste di intervento sono nettamente maggiori, ad Isernia, tanto per citare una sede.
Sotto i colpi di questa razionalizzazione perderebbe il medico a bordo l’equipaggio del 118 di Trivento e anche quello di Frosolone, mentre per Agnone, che comunque è sede ospedaliera e addirittura di area disagiata, si prospetta “solo” un dimezzamento, con il medico a bordo dell’ambulanza che sarà presente per metà giornata lavorativa, passando dunque dall’attuale H24 ad un più modesto H12. Mezzo servizio, solo diurno. Di notte gli altomolisani avranno il buonsenso di non avere problemi seri di salute. E, guarda caso, il servizio dimezzato coincide, nella tempistica, con quello del laboratorio analisi che funzionerà solo di giorno. Tutto torna, in una perversa sequenza logica partorita da qualche dirigente dell’Asrem.
Il problema, perché in Italia e nel Molise l’andazzo è quello, è che il provvedimento “momentaneo” corre il rischio di diventare permanente, a tempo indeterminato, perpetuo. Non si tratta di voci e indiscrezioni incontrollate, ma di qualcosa di molto più concreto purtroppo. Nei giorni scorsi, infatti, si sarebbe dovuta tenere una riunione tecnico operativa con i vertici della sanità molisana e i dirigenti e responsabili dei servizi oggetto di taglio.
L’incontro è saltato per via del lutto che ha colpito il direttore generale Florenzano, ma è evidente che si è trattato di un mero rinvio. L’operazione “taglia medici a bordo” non è stata annullata, ma solo rinviata, appunto. E nelle prossime ore potrebbe aver luogo questo fatidico incontro, al quale, presumibilmente, prenderanno parte solo le rappresentanze delle varie professioni mediche e paramediche coinvolte. Non la politica, almeno così sembra, visto che il sempre attento ufficio comunicazione e propaganda del sindaco di Agnone non ha scritto nemmeno mezza riga sul delicato argomento.
Che il sindaco Saia e il suo autorevole assessore alla sanità non ne sappiano nulla? Piuttosto improbabile, perché come la voce è arrivata alle orecchie attente dei cronisti locali, a maggior ragione avrebbe dovuto raggiungere i padiglioni auricolari degli amministratori pubblici. Certo la notizia, se confermata, creerebbe un comprensibile imbarazzo anche dal punto di vista politico, visto che appena qualche settimana fa il governatore del Molise è venuto ad Agnone, accolto con tutti gli onori del caso, per promettere addirittura il rilancio del “Caracciolo” in sede di Consiglio comunale. Quello che si sta materializzando, invece, va in direzione diametralmente opposta. Ma non è certo una novità.
In sintesi la situazione che potrebbe concretizzarsi già nelle prossime settimane è la seguente: proprio quando l’Alto Molise e Agnone faranno registrare un aumento di presenze, dovute al massiccio turismo di ritorno, il servizio salva vita dell’emergenza urgenza dell’ospedale perderà il medico a bordo. Però il “Caracciolo” resta un ospedale di area particolarmente disagiata, questo è scritto sulle carte e sui documenti ufficiali.
Caterina d’Alba