Se la visita ispettiva del commissario ad acta Bonamico lascia qualche speranza in merito alle sorti del “Caracciolo”, la realtà concreta imminente che si registra presso la struttura sanitaria, al contrario, riaccende le preoccupazioni e mette in dubbio la tenuta anche dei pochi reparti e servizi erogati fino ad oggi.

In merito alla Medicina, di fatto unico reparto effettivamente operativo, i dati dei ricoveri in possesso della Regione e dell’assessorato competente in materia sanitaria, sembrano far registrare un crollo verticale dei ricoveri dall’Alto Molise e dalle altre zone molisane. Nei mesi scorsi c’era stata una sensibile ripresa, ma pare che il corso positivo si sia ormai esaurito, per motivazioni che sono allo studio dell’assessorato e della stessa Asrem. Quei numeri in ripresa, dunque, fanno registrare non solo una battuta d’arresto, ma addirittura una sensibile flessione.

L’ospedale di area particolarmente disagiata non attira più utenze da altre zone del Molise, complice probabilmente il trasferimento presso altre strutture, anche fuori regione, di alcuni medici che in qualche modo portano altrove i propri pazienti. Il dato è sconfortante, perché attualmente il reparto sarebbe sotto utilizzato e se il trend negativo dovesse continuare sarebbe addirittura a rischio la tenuta stessa della Medicina. Perché senza pazienti e senza ricoveri il reparto non si tiene in piedi, questo è il dato incontrovertibile che si registra.

In realtà ci sarebbero degli specializzandi interessati a prestare servizio presso la Medicina del “Caracciolo”, ma il problema è che mancano figure professionali che possano fare da tutor. Si paventa dunque la trasformazione in una sorta di struttura ambulatoriale sostitutiva, che poi sarebbe il primo passo per la trasformazione del “Caracciolo” nel famoso ospedale di comunità. Anche in quel caso, tuttavia, si tratta di capire con quale personale si possa procedere in tal senso.

Tra l’altro nelle prossime settimane sono in scadenza i contratti stipulati con i medici in pensione rientrati in ospedale per l’attività aggiuntiva. Un problema che si sovrappone agli altri, anche se l’Asrem ha più volte manifestato la disponibilità ad una proroga, sempre ammesso che i professionisti interessati siano ancora disponibili a continuare. L’unico servizio che sembra non avere problemi è quello della dialisi, che anzi in vista dell’accoglienza dei pazienti esterni, quelli che si recano in Alto Molise per il periodo estivo, sarà costretto addirittura a potenziare l’erogazione delle prestazioni. In merito al reperimento di personale, soprattutto infermieristico, dalle indiscrezioni trapelate pare che l’Asrem stia tentando di “pescare” nei distretti, dove sostanzialmente gli infermieri svolgono altre mansioni, anche di tipo amministrativo.

L’obiettivo potrebbe essere quello di farli tornare in servizio nei reparti, rendendoli pienamente operativi. In queste condizioni, che sono sempre più allarmanti per il “Caracciolo”, l’unica possibilità realistica è la riconversione in ospedale di comunità. Un’ipotesi che è stata già realizzata in alcuni ospedali del Chietino e che sta dando buoni risultati in termini di prestazioni erogate, come dimostrano gli esempi di Atessa e di Casoli.