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  • Palazzo San Francesco, restaurato il quarto soffitto ligneo: è tra i segreti alchemici più preziosi d’Europa

    Ci sono storie che sembrano uscite da un romanzo di Umberto Eco: un professore fiorentino scopre in una biblioteca molisana i segreti alchemici più preziosi d’Europa, li racconta in un libro pubblicato da Adelphi, poi lancia un grido d’allarme quando vede che stanno per andare perduti. E qui inizia il vero miracolo: non sono i grandi musei o le istituzioni internazionali a rispondere per primi, ma due testate giornalistiche locali che trasformano quell’appello in una crociata culturale capace di mobilitare cinquanta accademici in tutto il mondo. Così, nella suggestiva cornice di Palazzo San Francesco ad Agnone, è stato completato il restauro dell’ultimo soffitto ligneo settecentesco che rischiava di dissolversi per sempre, portando con sé segreti che l’umanità custodisce da secoli.

    Non si tratta di un semplice intervento di manutenzione, ma del salvataggio di un patrimonio artistico di valore inestimabile: un ciclo di dipinti alchemici e allegorici che rappresenta un unicum mondiale, una testimonianza iconografica francescana senza precedenti nella storia dell’arte europea.

    L’appello che ha commosso il mondo accademico –  Due anni fa, il grido d’allarme del professor Mino Gabriele, già docente universitario presso l’Università di Udine e autore del celebre saggio “Il primo giorno del mondo” pubblicato da Adelphi, ha scosso le coscienze e mobilitato la comunità scientifica internazionale. “Rivolgo un accorato appello perché si salvi un eccezionale monumento della città”, scriveva Gabriele con passione e urgenza. “Ho visto con sgomento le gravissime condizioni in cui giace oggi uno dei quattro soffitti lignei della vostra Biblioteca, parte di una serie di dipinti con soggetti alchemici e allegorici unici al mondo”. L’appello del professore fiorentino non è caduto nel vuoto. Cinquanta ricercatori e accademici di tutto il mondo hanno aderito all’iniziativa, riconoscendo l’importanza straordinaria di quest’opera che, come sottolinea Gabriele, costituisce “la più originale e spettacolare testimonianza a noi giunta dell’intera tradizione ermetico-alchemica europea, dal Medioevo ad oggi”.

    Il ruolo fondamentale dell’informazione locale – Cruciale è stato il contributo delle testate giornalistiche locali che hanno immediatamente sposato la causa: L’Eco de l’Alto Molise online e Primo Piano Molise si sono fatte portavoce dell’urgenza, amplificando il messaggio di Gabriele e sensibilizzando l’opinione pubblica sulla necessità di preservare questo tesoro artistico. Senza il loro impegno costante e la capacità di dare voce a questa emergenza culturale, difficilmente l’appello avrebbe raggiunto le istituzioni competenti con tale forza e determinazione.

    Il patrimonio racconta la storia di Agnone – I soffitti lignei di Palazzo San Francesco non sono solo capolavori artistici, ma custodiscono la memoria storica e l’identità culturale di Agnone. Come ha magistralmente illustrato il professor Gabriele, questi dipinti celano, sotto il velo simbolico, la complessa dottrina dell’arte dei metalli e delle loro trasmutazioni, celebrando proprio quelle attività artigianali che hanno reso grande la cittadina molisana. “Soffitti che celebrano la lavorazione dell’oro, del rame e del bronzo, di cui Agnone è stata maestra e di cui continua la tradizione, come pure della fusione delle campane di cui è ancora l’eccellenza”, spiega lo studioso, evidenziando il legame indissolubile tra l’opera d’arte e il territorio che l’ha generata.

    I fondi del Ministero e la rinascita – L’impegno profuso ha dato i suoi frutti. Il Ministero della Cultura, sotto la guida dell’allora ministro Gennaro Sangiuliano, ha riconosciuto l’eccezionale valore dell’opera concedendo un finanziamento di 38.000 euro che ha reso possibile il completamento degli interventi di restauro. Un risultato ottenuto anche grazie alla determinazione dell’amministrazione comunale che, superato un momento iniziale di scoramento dovuto alla scarsità di fondi, ha saputo dialogare efficacemente sia con la Soprintendenza ai Beni Culturali del Molise sia con le stanze ministeriali, facendo comprendere la rilevanza straordinaria dell’opera.

    L’appello che ha commosso il mondo accademico –  Due anni fa, il grido d’allarme del professor Mino Gabriele, già docente universitario presso l’Università di Udine e autore del celebre saggio “Il primo giorno del mondo” pubblicato da Adelphi, ha scosso le coscienze e mobilitato la comunità scientifica internazionale. “Rivolgo un accorato appello perché si salvi un eccezionale monumento della città”, scriveva Gabriele con passione e urgenza. “Ho visto con sgomento le gravissime condizioni in cui giace oggi uno dei quattro soffitti lignei della vostra Biblioteca, parte di una serie di dipinti con soggetti alchemici e allegorici unici al mondo”. L’appello del professore fiorentino non è caduto nel vuoto. Cinquanta ricercatori e accademici di tutto il mondo hanno aderito all’iniziativa, riconoscendo l’importanza straordinaria di quest’opera che, come sottolinea Gabriele, costituisce “la più originale e spettacolare testimonianza a noi giunta dell’intera tradizione ermetico-alchemica europea, dal Medioevo ad oggi”.

    Il ruolo fondamentale dell’informazione locale – Cruciale è stato il contributo delle testate giornalistiche locali che hanno immediatamente sposato la causa: L’Eco de l’Alto Molise online e Primo Piano Molise si sono fatte portavoce dell’urgenza, amplificando il messaggio di Gabriele e sensibilizzando l’opinione pubblica sulla necessità di preservare questo tesoro artistico. Senza il loro impegno costante e la capacità di dare voce a questa emergenza culturale, difficilmente l’appello avrebbe raggiunto le istituzioni competenti con tale forza e determinazione.

    Il patrimonio racconta la storia di Agnone – I soffitti lignei di Palazzo San Francesco non sono solo capolavori artistici, ma custodiscono la memoria storica e l’identità culturale di Agnone. Come ha magistralmente illustrato il Professor Gabriele, questi dipinti celano, sotto il velo simbolico, la complessa dottrina dell’arte dei metalli e delle loro trasmutazioni, celebrando proprio quelle attività artigianali che hanno reso grande la cittadina molisana. “Soffitti che celebrano la lavorazione dell’oro, del rame e del bronzo, di cui Agnone è stata maestra e di cui continua la tradizione, come pure della fusione delle campane di cui è ancora l’eccellenza”, spiega lo studioso, evidenziando il legame indissolubile tra l’opera d’arte e il territorio che l’ha generata.

    I fondi del Ministero e la rinascita – L’impegno profuso ha dato i suoi frutti. Il Ministero della Cultura, sotto la guida dell’allora ministro Gennaro Sangiuliano, ha riconosciuto l’eccezionale valore dell’opera concedendo un finanziamento di 38.000 euro che ha reso possibile il completamento degli interventi di restauro. Un risultato ottenuto anche grazie alla determinazione dell’amministrazione comunale che, superato un momento iniziale di scoramento dovuto alla scarsità di fondi, ha saputo dialogare efficacemente sia con la Soprintendenza ai Beni Culturali del Molise sia con le stanze ministeriali, facendo comprendere la rilevanza straordinaria dell’opera.

    L’inaugurazione: evento di portata internazionale – L’appuntamento è fissato per metà luglio, quando Agnone accoglierà Mino Gabriele per l’inaugurazione del soffitto restaurato. Sarà un momento di grande emozione e orgoglio per l’intera comunità, che vedrà coronato un impegno collettivo straordinario. La presenza dello studioso fiorentino, vero artefice di questo “miracolo culturale”, conferirà all’evento una dimensione internazionale, attirando l’attenzione del mondo accademico e turistico su questo gioiello nascosto del Molise. Il recupero del soffitto alchemico settecentesco rappresenta un tassello fondamentale nell’arricchimento del patrimonio culturale di Agnone. Quest’opera unica al mondo si aggiunge alle già numerose attrattive storiche, artistiche e architettoniche della cittadina, consolidandone la vocazione di destinazione culturale di altissimo livello. Come aveva ammonito il professor Gabriele nel suo appello, perdere questa testimonianza avrebbe significato “diventare tutti più ignoranti” e privare l’umanità di “tracce tra le più preziose della comune identità culturale”. Oggi, grazie all’impegno di molti, questo rischio è scongiurato e Agnone può guardare al futuro con la consapevolezza di aver preservato un tesoro inestimabile per le generazioni future. Un esempio virtuoso di come la passione per la cultura, sostenuta dall’informazione responsabile e dall’impegno delle istituzioni, possa compiere autentici miracoli nella salvaguardia del nostro patrimonio artistico.

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