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  • Pessolano dell’ArciCaccia: «Il peggior calendario venatorio d’Italia e le associazioni tutte zitte»

    Riceviamo la seguente nota dal presidente provinciale del Chietino dell’Arci Caccia, Angelo Pessolano.

    L’assessore regionale Imprudente

    «A poco meno di una settimana dalla pre-apertura analizziamo il calendario venatorio dell’Abruzzo. Partiamo da una nota dolente: esce il calendario e le associazione cadono in un mutismo selettivo impressionante, nessuno protesta, nessuno ha il coraggio di scrivere ciò che pensa, ciò che i cacciatori chiedono, non esprimono il loro dissenso, non mostrano alcuna reazione, aspettano gli eventi da gente che ormai ha perso ogni speranza. Beh noi dell’Arci Caccia siamo diversi, come quella nota pubblicità che recita la mia banca è differente. Ecco, la mia associazione è diversa: noi siamo irritati, delusi da un ufficio caccia e da politici regionali che si “appecorano” al volere di animalisti e Wwf per la paura fobica di prendere un ricorso al Tar. Vergogna, il peggior calendario nazionale.

    E non avrei paura di smentite: sparita la tortora specie cacciabile, sparita la caccia alla quaglia in settembre, non si apre alla terza di settembre nemmeno il fagiano e la lepre, si mette il solo colombaccio in appostamento temporaneo e i cani li mandiamo in ferie. Non permettendo loro nemmeno un periodo concreto di allenamento, giù dentro le gabbie a dormire. Ci chiediamo a cosa servono le pre-aperture di settembre su gazze, cornacchie grigie e ghiandaie se non a indurre in tentazione i cacciatori che si vedono volare sopra la loro testa tortore e colombacci ormai stanziali. E’ ciò che si vuole? È mai possibile aprire a queste specie, certamente non culinariamente buone? Se si vogliono controllare, ci sono altri sistemi da attuare in altri periodi e non nel periodo venabile di settembre. Tutti zitti anche sulla starna, sulla quale fantasticano di reintroduzioni di starne italiche sparite da un cinquantennio e più. Ridicoli, credono di aver fatto una gran cosa nel prolungare la caccia al cinghiale sino al 31 gennaio, periodo in cui le femmine sono tutte gravide e quindi eticamente non cacciabili.

    Non ci vergogniamo nemmeno un po’?  Noi dell’Arci Caccia vediamo ridurre i periodi cacciabili senza alcun criterio a turdidi, anatidi, beccacce in gennaio, quaglia e tortora in settembre, l’allodola va per quella via e tutti zitti ? Scusateci, ma noi non possiamo stare zitti, noi dobbiamo difendere il diritto di cacciare le specie cacciabili nel loro corretto periodo; noi vi diciamo ciò che tutti i cacciatori pensano. Se non conoscete la caccia, se non sapete gestirla e non avete il coraggio  di affrontare  chi vuole che la caccia  finisca, prendete una giusta decisione, lasciate perdere, non è il posto giusto per voi dirigenti e politici. Lasciate la caccia in mano a chi la conosce, la difende e la fa vivere».

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