La foto pubblicata in alto mostra due politici del momento, anzi, per l’esattezza, immortala un politico di razza e un banale prestanome.
Già l’atteggiamento che hanno, il chiaro messaggio non verbale che comunicano, elegante e serio l’uno, inebetito, comico e scimmiesco l’altro.
I lettori possono scegliere e dare del “politico di razza” o del “prestanome” all’uno o all’altro; io la scelta l’ho fatta…
Per chi non li avesse riconosciuti si tratta, partendo da sinistra, del governatore d’Abruzzo, Luciano D’Alfonso, e del sedicente premier Matteo Renzi. La foto è stata scattata ieri a L’Aquila in occasione della firma del cosiddetto Masterplan, un documento che garantirà, nei prossimi anni, all’Abruzzo, un fiume di denaro per l’innovazione e lo sviluppo. Forse.
Guardando quella immagine, quei due seduti accanto, si ha la percezione esatta di cosa è diventata l’Italia, un paese alla rovescia.
Chi mi legge su queste colonne dell’Eco on line, sa che mi pregio di bastonare, sia pure solo giornalisticamente, il governatore d’Abruzzo quasi quotidianamente. Lo considero un simpatico conta frottole, un bugiardo seriale (e questa è l’unica cosa che lo accomuna a Renzi, ndr). Ricordate la «reazione militare» alle frane e al dissesto dell’Alto Vastese? Balle, frottole, bugie, ma vendute bene, sparate sui media in maniera efficace, da vero politico appunto.
Nonostante, dunque, non possa essere certo considerato uno sfegatato supporter del governatore D’Alfonso, non posso non notare, da cronista e osservatore politico, l’evidente abisso culturale e politico che separa le due figure ritratte in foto.
Un gigante e un nano, un cervello pensate di qua e una sorta di marionetta per ventriloqui di là, una persona con due o tre lauree (che ha fatto cento esami all’università come ama ripetere, ndr) e al suo fianco un frequentatore al massimo delle sezioni di partito. Competenza e cultura vs attivismo politico con l’aiutino di qualcuno.
E quella immagine è l’esatta fotografia del “sistema” Italia, dove i capaci e i meritevoli vengono sorpassati e doppiati dai soliti lacchè di turno.
In un paese normale le parti sarebbero invertite, anzi, a dirla tutta, in un paese normale il cosiddetto premier potrebbe aspirare al massimo a fare l’autista del governatore d’Abruzzo.
Ma così va l’Italia…
Francesco Bottone
effebottone@gmail.com
tel: 3282757011