“Siamo contrari all’attuazione del Pos 2019/2021, perché non rispetta i territori, i cittadini e incrementa la mobilità passiva. Aderiremo a tutte le manifestazioni pubbliche a sostegno dell’annullamento di questo documento”.
E’ quanto scrive in una nota il comitato ‘IL Cittadino c’è’ nato anni fa a salvaguardia dell’ospedale Caracciolo di fatto svuotato di servizi e personale.
“Non si può pensare di riorganizzare la sanità molisana in base a dati di produzione che non tengono presente lo stato di grave sofferenza che il nostro sistema sanitario vive a oltre 12 anni per l’assenza di investimenti in risorse umane, tecnologiche e strutturali – aggiunge il comitato -. Non possiamo essere giudicati per Pos mai attuati che di fatto non ci hanno permesso l’accesso ai servizi sanitari, anzi hanno caricato il cittadino di ulteriori spese favorendo l’abbandono delle cure per le fasce più deboli. Preferiamo non ricordare quanto accaduto nell’ultimo anno in merito alla pandemia e alle gravi carenze dei servizi sanitari territoriali ed ospedalieri. Certo è che quanto accaduto ci ha permesso di prendere coscienza della grave situazione in cui versa il servizio sanitario regionale. In questi anni non ci sono stati investimenti che abbiano valorizzato i servizi presenti, anzi si sono prese di mira le piccole realtà e le eccellenze della sanità pubblica per depotenziare, depredare e chiudere i servizi che fornivano – rimarcano i componenti del comitato – È accaduto per il Vietri di Larino, il Santissimo Rosario di Venafro, ed anche a quel che era il Caracciolo. Ora sta accadendo nei reparti ospedalieri della rete ospedaliera pubblica: Cardarelli, Veneziale, San Timoteo. Se, come vogliono farci credere, siamo un’azienda, un’azienda in perdita, in un mercato che chiede servizi e non trovandoli si rivolge altrove, ci chiediamo: chi è quell’imprenditore che invece di recuperare la clientela, analizzando la situazione in cerca del problema, la spinge ad andare altrove? Siamo sicuri che si stiano curando i nostri interessi?”.
Infine, scrive Enrica Sciullo, responsabile de ‘IL Cittadino c’è’, nonchè assessore della giunta Saia: “Per questo chiediamo la possibilità di dare voce alle diverse istanze dei territori in un confronto che disegni una organizzazione sanitaria basata su una rete sussidiaria che compensi e si faccia carico delle diverse esigenze e necessità territoriali in un’ottica di controllo della qualità dei servizi erogati avendo al centro il cittadino e il suo bisogno di salute. Basta tentennamenti ne va del nostro futuro dobbiamo insieme alla politica, alle parti sociali, alle associazioni riappropriarci del nostro diritto alla salute non siamo un quartiere di Roma ma una regione che deve tutelare tutti i suoi abitanti e l’organizzazione deve essere pensata decentrata per facilitarne l’accesso alle cure. Non si può pensare che una persona nel momento più critico dell’esistenza debba subire l’umiliazione dell’emigrazione sanitaria perché non ha scelta! C’è sempre una scelta e la politica deve costruirla con i territori. Il passato non si può riscrivere, il futuro si deve progettare ora!”