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  • Processo autovelox, il “caso” finisce al Csm

    «Chiaramente non siamo soddisfatti di questa sentenza, poiché è strano ed anche incomprensibile che venga data l’assoluzione ai tanti imputati e per tutti i capi d’imputazione».

    Con queste parole il presidente del Comitato Pro Trignina, Antonio Turdò, commenta la decisione del Tribunale di Vasto in merito al cosiddetto maxiprocesso autovelox. Nel processo erano imputate diverse persone tra amministratori pubblici, gestori delle società degli autovelox e appartenenti alla polizia municipale dei comuni di Cupello, Lentella, Fresagrandinaria, Dogliola e San Giovanni Lipioni.

    La sentenza pronunciata dal Presidente del collegio , giudice Italo Radoccia, giudici a latere Fabrizio Pasquale e Michelina Iannetta è stata di assoluzione perché il fatto non costituisce reato” ai sensi dell’ art. 530 secondo capoverso, con riserva di depositare entro 90 giorni le motivazioni che sono alla base della sentenza.

    una postazione mobile autovelox sulla trignina
    una postazione mobile autovelox sulla trignina

    Diverse le sensazioni e gli umori delle parti civili che vedevano costituiti più di 500 automobilisti rappresentati dai legali Giacomucci Raffaele, Isabella Mugoni, Alessandra Di Iorio, Adele Bonifacio, Maria Antonietta Mariani, Antonio Ferri, Michele Iadisernia, Pasquale Lollino, Francesco Di Giovanni, Andrea Di Santo e altri.

    «Con questa formula, – continua il presidente Turdò – il giudice dichiara che il fatto addebitato all’imputato è stato commesso proprio da lui, tuttavia il fatto non può essere considerato un illecito penale perché manca l’ elemento soggettivo, il dolo, la colpa o la pretereintenzione, però permette alle partici civili di adire per un procedimento civilistico a sé stante e questo lo faremo dopo aver letto bene le motivazioni della sentenza. Io penso che porterò a conoscenza del Consiglio Superiore della Magistratura l’intera storia di questo processo che è nato male ed è finito peggio. Giova ricordare le lungaggini, circa due anni per iniziare il vero e proprio processo, poi la Corte che è cambiata e da questo l’incredibile ed incomprensibile richiesta del Pubblico Ministero di assoluzione. Come Comitato non ho nulla da rimproverare e da rimproverarmi, certamente abbiamo fatto capire a tanti che non possono fare come gli pare e piace, che la legalità va rispettata e gli automobilisti non sono buoni solo a fare cassa per Comuni dispendiosi e spendaccioni».

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