«Spendere trenta o quaranta milioni di euro di denaro pubblico per mettere in sicurezza il viadotto Sente non ha alcun senso se non si inserisce quell’intervento in un’ottica progettuale di più ampio respiro, in grado di coinvolgere più territori di più regioni». Ne è convinto il consigliere provinciale Vincenzo Scarano che ha preso parte all’incontro presso la Provincia di Isernia con i tecnici dell’Anas.
«Al di là di quello che si può dire al bar, piuttosto che in altre sedi popolari, contano i documenti. – riprende Scarano, abituato a valutare le “carte” anche per deformazione professionale – Riapertura parziale al traffico, sistemazione della pila che ruota, sono tutte ipotesi che non hanno alcun ancoraggio con la realtà. I tecnici dell’Anas ci hanno spiegato chiaramente che l’intero viadotto non ha più i requisiti di sicurezza per l’utilizzo. E’ un’opera datata, giunta quasi a conclusione della sua “vita”. Tra l’altro realizzata e costruita in base a tecniche e con materiali oggi non più considerati a norma, quantomeno non in linea con le attuali e più stringenti normative in materia di costruzioni».
Si parla di una cifra esorbitante: quaranta milioni di euro. Ha senso, è moralmente accettabile spendere quella mole di denaro per il viadotto tra Castiglione Messer Marino e Belmonte del Sannio? Questa la domanda ovvia, ma forse scomoda, posta all’attenzione del consigliere provinciale Scarano. E lo stesso non si tira indietro e risponde in questi termini: «Un intervento di messa in sicurezza così importante va inserito in una visione più ampia, perché non si tratta di asfaltare un pezzettino di strada sotto casa. Il nodo della questione è uno solo: la ri-statalizzazione non solo del viadotto Sente, ma dell’intera strada, la ex statale Istonia appunto. Noi, come Provincia di Isernia, ente gestore attualmente della strada e del ponte, abbiamo fatto tutti i passi propedeutici e funzionali a questa ri-statalizzazione che è e deve essere l’obiettivo sul quale fare fronte comune dal punto di vista politico».
E Scarano va oltre, ipotizzando di inserire la riapertura del viadotto Sente nell’ottica di un progetto molto più ampio. «Si deve pensare questo intervento nell’ottica di una struttura che non servirà a collegare l’Alto Molise con l’Alto Vastese, ma che deve essere funzionale ad un grande progetto di viabilità in grado di collegare velocemente e agevolmente tre regioni, l’Abruzzo, il Molise e la Campania, da Agnone alla val di Sangro e fino al Beneventano. In che modo? Inserendo il viadotto all’interno di una sorta di dorsale appenninica che, grazie ad un tunnel sotto Capracotta, colleghi il Molise con l’Abruzzo, con la fondovalle Sangro e fino alla Fresilia. E non mi si dica che è fantascienza, perché ricordo che si sta procedendo a spendere qualcosa come centosettanta milioni di euro per il famoso “lotto zero” ad Isernia che, a stringere, collegherà Miranda a Pesche. Con lo stesso sforzo economico si riuscirebbe a mettere a cantiere non solo il tunnel sotto Capracotta, ma l’intera dorsale appenninica in grado di collegare il Tirreno all’Adriatico. Questa sarebbe un’opera strategia, appetibile anche per l’Anas, e all’interno della quale il viadotto sul Sente avrebbe la sua ragione di esistere, la sua posizione strategica».
Chiaro il discorso dell’avvocato Scarano: inserire il viadotto sul Sente in un’opera viaria importante, in grado di collegare aree industriali importanti come la Val di Sangro, bacini turistici come Roccaraso, all’Alto Molise e fino alla Campania, al Beneventano. «Fantascienza? – riprende il consigliere provinciale Scarano – Non direi, piuttosto progettualità. Anas già ha assunto la gestione della messa in sicurezza della struttura sul Sente. Ora la politica, in maniera corale e sinergica, deve creare le condizioni affinché la stessa Anas abbia interesse ancora maggiore a prendere in gestione l’intera strada Istonia e tutta la progettualità che ne potrebbe derivare con la trasversale appenninica che ho sinteticamente illustrato».
«La Provincia – chiude Scarano – ha fatto tutti i passi che poteva fare, ora sta alla Regione Molise e anche alla Regione Abruzzo attivare i giusti canali istituzionali e soprattutto politici per arrivare a questa ri-statalizzazione, senza la quale, torno a ripetere, spendere quella cifra per il viadotto Sente non avrebbe alcun senso».
Francesco Bottone