• Editoriale
  • Regionali, serve invertire rotta

    Più si avvicina la tornata elettorale della primavera del 2018, più il panorama “politico molisano“ si arricchisce di nuovi attori: associazioni, comitati e partiti.

    Se si segue il dibattito che il circuito mette in campo (slogan usurati, enunciazioni programmatiche scontate   e dibattiti che lasciano il tempo che trovano ) non c’è da aspettarsi nulla di diverso di quello che è sempre stato.

    Siamo al festival del “déjà vu”: sagre di malcelati interessi particolari e poca consapevolezza dei ruoli per cui si intende concorrere la fanno da padrone.

    È ora di prendere atto che una politica asfittica di idee e carente di strumenti tecnico-culturali all’altezza della complessità dei problemi da affrontare, non è in grado di elaborare e realizzare un progetto di legislatura, idoneo a portare il Molise sulla strada virtuosa di uno sviluppo reale (“historia docet”)

    L’implementazione della politica con competenze riconosciute e prive di conflitti d’interesse (da ricercarsi nella società civile locale e nella comunità dei molisani che opera con successo fuori della Regione)  e la stesura, con partecipazione attiva della popolazione (metodo “BarCamp”), di un programma, concreto e calibrato sulle risorse e sui bisogni del Molise, e con indicatori di facile verifica, sono le condizioni minime per provare ad invertire la rotta.

    Viste le condizioni da ultima spiaggia, vogliamo sperare che il buonsenso induca tutti ad abbandonare le sterili logiche di filiera ed adoperarsi per la costruzione di una “governance” regionale all’altezza delle sfide da vincere!

    Non importa che sia un gatto bianco o un gatto nero, finché cattura topi è un buon gatto” (Deng Xiaoping).

     

    Giovanni Amicone 

    Emilio Conti 

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