• In evidenza
  • Salvi i Pronto soccorso di Castel di Sangro e Atessa perché ospedali di «area disagiata»

    AGNONE – Il nuovo piano della rete ospedaliera abruzzese che porta la firma dell’assessore Nicoletta Verì, sarà presentato al tavolo di monitoraggio probabilmente nel prossimo autunno. “Maperò“, il cliccatissimo blog abruzzese capace di influenzare l’agenda politica regionale, è in grado di rivelarne i contenuti in anteprima e infatti Lilli Mandara scrive: «Non si discosta molto da quello firmato dall’ex commissario alla Sanità Luciano D’Alfonso e poi modificato con due delibere dall’ex assessore Silvio Paolucci, ma alcune piccole novità, grandi per i territori di riferimento, ci sono». E queste “novità” sono, guarda caso, la salvezza dei piccoli ospedali, quelli di confine, quelli come il “Caracciolo” di Agnone per capirci. «La novità infatti è il salvataggio di Popoli che diventerà sede di una struttura riabilitativa con 80 posti letto». Proprio alla luce del fatto che Popoli, come sottolineava all’epoca l’ex parlamentare Pd Toni Castricone, ha un bacino di riferimento di 35 comuni e 31 mila abitanti e l’ospedale ha un tasso di occupazione tendenzialmente stabile e una durata media di degenza per i ricoveri ordinari di area medica e chirurgica “in linea col valore mediamente inferiore ai 7 giorni”, il centrodestra ha voluto salvarlo. Una situazione molto simile all’ospedale di Agnone, dove però guai a parlare di trasformazione in una struttura riabilitativa. Ci ha provato, nei mesi scorsi, il consigliere regionale Andrea Di Lucente, ed è stato linciato sulla stampa. Gli agnonesi non hanno ancora capito che il “loro” ospedale non esiste più e soprattutto non tornerà mai ad essere quello che era. Bisogna riconvertirlo, se si vuole evitare di chiuderlo completamente. Come? In una struttura riabilitativa, ad esempio, o di lungo degenza o una sorta di clinica geriatrica, come suggeriva concretamente e realisticamente Di Lucente. Pensare che le sale operatorie del “Caracciolo” torneranno in funzione è mera utopia. E così mentre in Alto Molise si continua a chiacchierare del nulla, con il centrosinistra che non sa fare altro che chiedere di mettere all’ordine del giorno del Consiglio comunale, per la trecentesima volta, il “caso” ospedale, in Abruzzo, a pochi passi dal confine, vengono confermati ospedali di aree disagiate con pronto soccorso sia Castel di Sangro che Atessa. «Al fine di tutelare le aree territoriali con tempi di percorrenza superiori o fortemente critici, rispetto agli standard previsti dal regolamento, per un servizio di emergenza efficace» si legge nel documento a firma Verì. Potenziato anche il sistema del 118, sempre secondo Lilli Mandara, «in modo da garantire l’accesso ai cittadini alla rete dell’emergenza ospedaliera secondo criteri di appropriatezza e tempestività».

    Francesco Bottone

    Sostieni la stampa libera, anche con 1 euro.