• Editoriale
  • Sanità pubblica, ecco perché abbiamo disertato l’evento di Campobasso

    Scorrendo le immagini della manifestazione di ieri, che pretendeva di essere in difesa della sanità pubblica, non posso fare almeno di esprimere, a livello personale le mie considerazioni, in quanto sul tema non c’è nemmeno unità di vedute nella Chiesa locale, con il carissimo amico e responsabile dell’Ufficio diocesano problemi sociali e lavoro, Dott. Umberto Berardo, schierato con il Forum, ed anche la Caritas, e il sottoscritto che con Agnone e l’Alto Molise sostanzialmente non ha partecipato.

    In primo luogo, come dichiarato a Telemolise in una intervista mai andata in onda finora, esprimo un profondo rispetto per tutti coloro che sono scesi in piazza in buona fede per difendere la Sanità Pubblica, con buone ragioni. E senza ombra di dubbio, il sottoscritto è per la difesa e la tutela della sanità pubblica e per il convenzionato che realmente aiuta la sanità pubblica a curare i cittadini.

    Tuttavia io ed altri amici abbiamo deciso, pur rappresentando un opinione di minoranza, di non partecipare alla manifestazione di Campobasso.

    Le nostre motivazioni e perplessità derivano da una serie di considerazioni che mi permetto di esporre:

    • In primo luogo non vi è dietro la protesta di ieri una proposta chiara, se non quella di azzerare il Programma Operativo e il lavoro faticosamente fatto qui dal Governo Regionale per ricominciare daccapo discutendo con tutti i rappresentanti dei cittadini (o forse degli interessi particolari) un nuovo modello di organizzazione sanitaria.
    • Lo scendere in piazza ci è sembrato avvallare lo status quo della Sanità Molisana, che è stata progettata in questi ultimi quindici anni in funzione clientelare o baronale a servizio degli interessi particolari sia dal centrodestra che dal centrosinistra, e non a servizio dei cittadini, chiedendo di continuare questa commedia.
    • In questi drammatici otto anni abbiamo seguito e partecipato giorno per giorno a tutto questo processo di discussione e all’intero calvario del Piano di Rientro accettando sempre la sfida del dialogo, del confronto limpido, della proposta chiara, dello studio attento di tutte le norme, la legislazione in materia, per trovare in maniera originale nelle pieghe dei testi le soluzioni più efficaci e possibili ai problemi posti sul tappeto in modo da salvare i servizi, e con un’azione veramente poderosa e coordinata con le istituzioni siamo riusciti, almeno sulla carta, ad ottenere alcune certezze: certezze che non ci sono più assicurate se il banco salta
    • Abbiamo imparato che la protesta generica non serve, serve inchiodare punto per punto il Governo Regionale e la Struttura Commissariale entrando nella discussione di merito di ogni riga dei singoli provvedimenti proponendo soluzioni efficaci, plausibili e possibili: cosa che oggi nel Forum manca.
    • Leggendo il programma Operativo crediamo che sostanzialmente il riordino globale della Sanità assicuri tutti i servizi esistenti in Regione ai cittadini e penalizzi proprio i baroni, gli aspiranti alle direzioni, ai posti di potere, e nell’ambito delle risorse ricerchi una via di salvezza per la sanità pubblica, oggi fuori controllo e disorganizzata e nel caos, perché ciò che ci era stato richiesto negli anni del governo Iorio non si è voluto fare per difendere le posizioni di privilegio.
    • L’obiettivo della manifestazione se è stato quello di mandare il governatore a casa e lasciare tutto nel caos non può essere da noi condiviso, perché il caos è la nostra morte: perdere altro tempo, non sboccare il turn over, congelare tutto in attesa di risoluzioni significa continuare a far andare alla deriva la sanità come oggi avviene e per noi significa disastro sanitario e chiusura di tutti i servizi, leggi disperazione e fine della possibilità di curarci nella nostra terra, e di fatto, aprire totalmente le porte agli artigli rapaci del privato con crescita esorbitante per i cittadini della spesa sanitaria nel si salvi chi può e – fatto per noi mortale –   significa annullare l’accordo di confine faticosamente raggiunto con l’Abruzzo per i cittadini dell’Alto Vastese.

    Per tutti questi motivi è nostro interesse che il governatore Frattura non fallisca su questo punto e che la riorganizzazione parta il più rapidamente possibile, sbloccando il turn over.

    Infine,  voglio esprimere un grande rammarico leggendo quella che è ormai storia passata :  negli anni scorsi abbiamo lavorato ad un Piano Sanitario Sostenibile, prima con la proposta inviata anche ai Comitati di allora Martino/Presutti, poi, dopo che è stato emanato il decreto Balduzzi, con la mia nuova proposta, che ha ricevuto in privato l’apprezzamento del Ministero dell’Economia e della Finanza :  se oggi la rileggete, c’era molto molto di più di quanto oggi assicurato, con il conto economico sostenibile. Purtroppo, allora, nessuno rispose : c’erano interessi da difendere, e ciò va capito.

    Ovviamente, ritengo, poteva essere fatto meglio il tutto, ma ciò è possibile se ci si mette in dialogo concreto con il Governo Regionale entrando nel merito di ogni singola virgola del testo non con la furia iconoclastica, ma riformatrice di buon senso e con adesione perfetta alla realtà dei fatti, piegando il quadro economico ad investire risorse per assicurare realmente tutta la sanità pubblica possibile ai cittadini, e non difendendo i privilegi.

    Don Francesco Martino

    pubblicista iscritto Ordine dei Giornalisti del Molise nr. tessera 162286

     

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