Paese che vai ospedale a rischio che trovi. Agnone è alle prese con l’annientamento del “Caracciolo” e molti cittadini del posto invocano la secessione dal Molise e il ritorno in Abruzzo. Dall’altra parte del confine, però, le cose, in materia sanitaria, non sono proprio delle migliori. E infatti anche l’ospedale di Atessa, nel Chietino, è a rischio e sarà pesantemente ridimensionato. E anche ad Atessa i cittadini si mobilitano e danno vita ad un comitato spontaneo per protestare contro i tagli subiti dal “S. Camillo de Lellis”.
«Agli inizi di Luglio, – spiega Ilario Codagnone del comitato – viene emesso un decreto, firmato da Francesco Zavattaro, manager della Asl Chieti – Lanciano – Vasto, ed avallato dall’Assessore regionale alla Sanità Silvio Paolucci (in foto, ndr). Questo documento decreta la chiusura, a partire dal 1 Luglio, per due mesi, dei reparti di Chirurgia, Blocco Operatorio e Ortopedia dell’Ospedale di Atessa. La motivazione ufficiale? Gli infermieri ed i dottori di tali reparti devono sostituire i propri colleghi (di non so quali ospedali) che devono usufruire delle ferie. Ora, premesso che chiudere dei reparti di fondamentale importanza per fare usufruire delle ferie una parte di personale è un qualcosa di ridicolo, c’è un altro problema. Dall’Atto Aziendale Asl, documento quindi di programmazione, si evince come dall’Ospedale di Atessa siano “spariti” questi reparti. Per questo ci siamo mobilitati, assieme al Comune di Atessa ed ad altri Comuni limitrofi, con una raccolta firme che verrà inviata in Regione, assieme ad un documento che illustra perché secondo noi l’Ospedale di Atessa non deve subire questi tagli. E’ l’unico ospedale rimasto aperto per quanto riguarda l’entroterra chietino, l’alto Sangro, la Val Sinello dopo la chiusura degli Ospedali di Gissi, Casoli ed il ridimensionamento dell’Ospedale di Guardiagrele».