«Essere contro la caccia è pura ipocrisia. Adriano Sofri, esperto di molte cose, tra cui, scopriamo ora, anche conoscitore del mondo della caccia, dalle colonne de Il Foglio spiega che i cacciatori sono tutti sadici ipocriti, negando, o meglio, fingendo di ignorare la valenza dell’attività venatoria nella gestione della fauna selvatica. Da persona informata Sofri dovrebbe sapere, anche se dal suo articolo si evince l’esatto contrario, che in Italia vengono prelevate solo le specie che risultino essere in ottimo stato di conservazione (Direttiva UE 147/2009). Sono inoltre approvati dei piani di contenimento per alcune specie di fauna selvatica che, pur non essendo di interesse venatorio alcuno, creano ingenti danni alla nostra agricoltura.
L’esperto di caccia, oltre a vergare comodamente le sue tesi sulle pagine de Il Foglio, dovrebbe sapere o casomai informarsi, circa quanto l’eccessiva presenza di fauna selvatica crei seri danni all’agricoltura in termini di raccolti distrutti, di cedimenti delle infrastrutture e di perdita di biodiversità, oltre a rappresentare un danno e un rischio per l’incolumità dei cittadini. Dovrebbe spiegare agli agricoltori che è giusto che i raccolti, frutto di duro lavoro e fonte di sostentamento per le loro famiglie, devono essere destinati a “pastura” per la fauna selvatica. Cominci a spiegare ai cittadini che molti dei danni idrogeologici del nostro Paese sono provocati dall’aumento esponenziale delle nutrie in quanto, grazie anche e soprattutto alla ottusa disinformazione diffusa da persone come lui, siamo nell’impossibilità di adottare efficaci mezzi di contenimento. La vera ipocrisia è non voler riconoscere e valorizzare il contributo sociale ed ambientale garantito dal ruolo attivo dei cacciatori».
E’ la netta presa di posizione dell’onorevole Maria Cristina Caretta, deputata di Fratelli d’Italia, in replica ad un articolo anti-caccia di Adriano Sofri su Il Foglio.