«Il “Caracciolo” sarà fornito di attrezzature ad alta tecnologia, di estrema precisione, in tempi rapidi. Con il nuovo mammografo le donne potranno effettuare gli esami per la prevenzione del tumore al seno. Tra l’altro arriverà un nuovo medico e un altro sarà stabilizzato. Sono in servizio presso l’ospedale già quattro nuovi infermieri ed è stato assunto anche un veterinario. La nostra amministrazione si è sempre adoperata per il rilancio dell’ospedale di Agnone, struttura sanitaria importante non solo per la città, ma per l’Alto Molise e l’Alto Vastese. Continueremo nel nostro lavoro affinché tutto ciò che è ricompreso nel piano operativo diventi realtà, per garantire il diritto alla salute. E speriamo, in tempi brevi, nell’arrivo di altri medici e personale sanitario». Sono le dichiarazioni rese alla stampa locale dal sindaco di Agnone, Daniele Saia.
Le stesse arrivano a commento di una recente deliberazione del direttore generale dell’Asrem, Oreste Florenzano, con la quale vengono disposti degli acquisti di apparecchiature che saranno assegnate in dotazione all’ospedale di area disagiata di Agnone. Il documento in questione è stato siglato dal Dg dell’Asrem il quattro ottobre scorso, nel giorno di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia; una sorta di “miracolo” del Poverello in favore di un altro santo di nome Francesco, quello che dà il nome all’ospedale altomolisano, il “Caracciolo” appunto. Nella deliberazione in parola, il direttore dell’azienda sanitaria del Molise dispone, per l’ospedale dell’Alto Molise, l’acquisto di un tomografo computerizzato a 128 strati. Tradotto per i non addetti ai lavori, significa che l’Asrem ha deliberato di acquistare una nuova e potente Tac da assegnare al “Caracciolo” di Agnone. Insieme al tomografo, arriveranno in reparto un nuovo mammografo con tomosintesi e altre apparecchiature telecomandate digitali per effettuare esami di Pronto soccorso, in particolare di radiologia.
Si tratta di acquisti resi possibili grazie ai fondi dedicati messi a disposizione nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Risorse finanziarie stanziate per il rafforzamento dell’assistenza sanitaria territoriale, ben sette miliardi di euro in tutta Italia per potenziare le strutture e i presidi sanitari periferici e dare maggiore impulso all’assistenza domiciliare basata sulla telemedicina. A quella cifra si aggiungono altri nove miliardi messi a disposizione per l’innovazione e la digitalizzazione del sistema sanitario nazionale che punti sul rinnovamento delle strutture tecnologiche esistenti, al completamento e alla diffusione del fascicolo sanitario elettronico e un migliore monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) attraverso più efficaci sistemi informativi, con risorse anche destinate alla ricerca scientifica e al trasferimento di competenze, tecnologie e capitale umano.
Resta da capire, ammesso e non concesso che quelle nuove e sofisticate apparecchiature arrivino effettivamente nei reparti del “Caracciolo” nei prossimi mesi, chi poi potrà e dovrà utilizzarle, più esplicitamente, quali medici specialisti. Per la Tac, ad esempio, servirà un medico radiologo, oppure un tecnico in grado di farla funzionare che poi invierà il referto, per via telematica, all’attenzione di un medico radiologo di stanza in un altro ospedale della regione, ad Isernia tanto per dire. Inoltre, solo per fare un esempio pratico, nel momento in cui dalla Tac emergerà una problematica seria, per dire una emorragia cerebrale in un paziente sottoposto all’esame all’interno del “Caracciolo”, che possibilità di assistenza, nell’immediato, avrebbe quello sventurato paziente? Cosa potranno fare i medici in servizio presso l’ospedale di Agnone? Che senso ha effettuare quell’esame se poi non si è in grado, in loco, di intervenire? O forse si pensa di operare in questo modo: Tac ad Agnone e, fatta la diagnosi, trasferimento d’urgenza a Isernia o Campobasso, con intuibile perdita di tempo? Non sarebbe allora più opportuno effettuare quell’accertamento diagnostico in un ospedale dotato di tutti gli altri reparti operativi in grado di intervenire prontamente? Domande che si pone l’utenza, i famosi pazienti dell’ospedale “Caracciolo” di Agnone, ma anche gli stessi operatori che all’interno del presidio ospedaliero di area particolarmente disagiata prestano il loro servizio.
Dopo l’acquisto della Tac e del mammografo, evidentemente e auspicabilmente, il “Caracciolo” sarà fornito anche delle relative professionalità in grado di utilizzare al meglio quelle apparecchiature; questa è almeno la speranza di tutti, Saia compreso, che nel frattempo ostenta soddisfazione per la “lista della spesa” siglata dall’Asrem. Un segnale di attenzione per il “Caracciolo”, sicuramente, che inverte una tendenza pluriennale di abbandono e tagli; ma oltre alla Tac e al mammografo servono medici e infermieri, questo è bene ricordarlo a chi gestisce i soldi dei contribuenti in nome e per conto dell’Asrem.