«La tanto temuta seconda ondata è arrivata. I numeri ormai consolidati lo dimostrano, in Abruzzo come nel resto del Paese. Faccio appello al senso di responsabilità degli abruzzesi. Evitiamo atteggiamenti irresponsabili che possono arrecare danni incalcolabili. Alzando il livello dell’attenzione eviteremo restrizioni più dolorose. Nel giro di tre mesi abbiamo moltiplicato per dieci il numero dei contagi. Dobbiamo imparare a convivere con questo nemico invisibile fino a quando non avremo disponibilità di un vaccino».
Lo ha detto il presidente della Regione, Marco Marsilio a margine di una riunione con i rappresentanti delle prefetture, i presidenti delle Province, i questori, i sindaci di L’Aquila, Pescara, Chieti e Teramo, i direttori generali delle Asl, i rappresentanti del centro zooprofilattico. Presenti anche l’assessore alla sanità Nicoletta Verì e il direttore dell’Agenzia regionale di Potezione civile Mauro Casinghini e Alberto Albani, capo della task force regionale sanitaria.
«Pensavamo che l’emergenza fosse terminata a luglio con zero contagi e che, con un po’ di ottimismo non arrivasse più. Ma così non è stato. Partiamo da noi stessi, dal senso di responsabilità verso la nostra persona, verso i nostri cari e la comunità adottando tutte le precauzioni per evitare un contagio casuale. Non dobbiamo essere imprudenti e non dobbiamo assumere atteggiamenti di superficialità» ha continuato il Governatore.
Marsilio oltre a lanciare un appello al senso di responsabilità ha voluto descrivere la differenza specifica tra la prima ondata vissuta a marzo- aprile e quella che stiamo vivendo oggi.
«C’è una differenza importante. Comprenderla serve a evitare isterismi, panico e atteggiamenti sproporzionati rispetto al reale pericolo che comunque esiste. Bisogna agire con adeguatezza e proporzionalità rispetto ai problemi. Abbiamo, dunque, preso ad esempio due giornate simili. La giornata di ieri con 77 nuovi contagiati e quella del 23 marzo con 76 positivi. Mentre a marzo avevamo fatto solo 299 tamponi e oltre il 25 per cento delle persone sottoposte a tampone era positiva con 38 morti nello stesso giorno. Ieri abbiamo registrato zero morti e avevamo somministrato 2278 tamponi: 3.4 la percentuale dei positivi. A marzo, 52 ricoverati in terapia intensiva, ieri solo 8. Oggi sono 11. Allora 228 erano i ricoverati in terapia non intensiva oggi sono la metà . Cosa significa? Significa che abbiamo sviluppato una grande capacità di intercettare i malati. Prima si facevano i tamponi solo su quelli che mostravano grossi sintomi mentre i familiari venivano messi in quarantena. Oggi le persone vengono intercettate subito. Le persone vicine vengono sottoposte a loro volta a tampone. Se positive più del 90 per cento non sviluppa sintomi. Possono restare a casa a gestire il periodo di quarantena. Oggi abbiamo terapie farmacologiche antivirali efficaci, più avanzate rispetto a marzo.
Non dobbiamo farci impressionare dai numeri anche se dobbiamo mantenere alta la vigilanza per evitare che un aumento possa portare provvedimenti restrittivi che sarebbero davvero pesanti ed onerosi per la tenuta economica e sociale del nostro territorio. Mi raccomando soprattutto ai giovani che pensavano di essere immuni. Invece si è abbassata l’età media. Possono trasmetterla a genitori e ai nonni. Attenzione ad evitare assembramenti, non avere superficialità nelle serate tra amici, mantenere la distanza e la protezione individuale».
Il Presidente nel corso di una conferenza stampa dopo l’incontro ha parlato anche delle misure del governo centrale.
«Siamo in attesa del decreto del Governo. – ha aggiunto Marsilio – Ci siamo confrontati anche con le altre regioni. Siamo d’accordo su alcune misure sanitarie, come diminuire i giorni di quarantena, da 14 a dieci, sul fatto che anche al primo tampone negativo possiamo dichiarare guarita una persona, discutiamo invece sulle misure restrittive per gli sport di contatto e per la presenza del pubblico in occasione di eventi. Riteniamo che se bisogna adottare restrizioni deve scattare il meccanismo di solidarietà. Bisogna garantire un ristoro economico. L’ho detto personalmente al premier Conte quando è venuto a Teramo».