L’intero paese sotto shock, ma in particolare chi ha subìto danni a causa dell’incendio appiccato da una mano che al momento resta ignota. Il rogo di auto a Poggio Sannita assorbe le cronache locali dell’Alto Molise, solitamente abituate a nottate decisamente meno movimentate. La nostra redazione ha contattato telefonicamente una delle vittime, Mariolino Palomba, che vive in paese e che ha subìto, come altri suoi compaesani, la distruzione completa dell’autovettura lasciata in sosta all’esterno. Palomba, nonostante ancora comprensibilmente scosso per l’accaduto, ha accettatto di rilasciare qualche dichiarazione alla stampa.
«Io ho parcheggiato l’auto in quella zona del paese intorno alle tre del mattino. – spiega Mariolino Palomba – Nel centro storico, purtroppo, le telecamere della videosorveglianza, non riescono a coprire tutti i vicoli. Ed è proprio di questo che ha approfittato il piromane».
La parola usata, piromane, è chiara e indica che la pista dell’evento casuale è stata del tutto accantonata dai residenti, prima ancora che dagli investigatori dell’Arma che lavorano al caso. In realtà i Vigili del fuoco del distaccamento di Agnone che sono intervenuti a domare le fiamme non hanno trovato inneschi, ma è altrettanto vero che eventuali attrezzature o sostanze utilizzate per appiccare l’incendio sarebbero poi state distrutte e completamente cancellate dal rogo stesso. Tuttavia il fatto che l’incendio abbia interessato anche il portone e la facciata del palazzo ducale, un bene pubblico e identitario del paese, lasciano presupporre che si sia trattato di un episodio doloso. L’azione criminale e deliberata di qualcuno del posto.
«Io non ho nemici, non ho problemi con nessuno qui in paese, ed è quello che ho riferito anche ai Carabinieri che mi hanno sentito a sommarie informazioni. – riprende nella sua spiegazione Mariolino Palomba – Ho sentito dire che qualcuno pensa a ritorsioni tra tartufai; smentisco categoricamente. Io vado a tartufi, è vero, ma per hobby, non lo faccio certo per lavoro, mi occupo di altro. Inoltre in questo periodo non si va al bianco, dunque il giro di affari è davvero misero, a tal punto da non poter giustificare in nessun modo un atto del genere, con danni da decine di migliaia di euro, tra l’altro nei confronti di persone e famiglie che nulla hanno a che vedere con il mondo dei tartufi».
Una delle vittime, in realtà, è un tartufaio professionista, ma la sua è solo una delle auto prese di mira dall’incendiario. Passando ad altro, lo stesso Mariolino Palomba è stato candidato, alle ultime elezioni amministrative, con la lista collegata al candidato sindaco Tonino Palomba, ma anche la pista politica non sembra reggere alla luce della più elementare logica. Nei piccoli centri si fa politica per passione o sempre più spesso perché mancano le persone per comporre una lista, non certo per interesse. Inoltre non tutte le vittime del rogo sono impegnate in politica. Dunque neanche questo può essere il movente che ha innescato la mano del piromane. Resta in piedi l’ultima ipotesi, quella di un gesto sconsiderato posto in essere da una mente deviata, sicuramente disturbata. Non un’azione contro qualcuno nello specifico, ma una pratica criminale quasi immotivata, solo per creare un allarme in paese, per una sorta di perverso piacere. Perché la piromania è una patologia, come insegna la scienza.
«A mio avviso questi episodi sono collegati a quelli che hanno interessato la nostra comunità negli anni scorsi. – aggiunge in chiusura Mariolino Palomba – Ed è quello che ho detto anche ai Carabinieri che mi hanno interrogato. La scia di auto incendiate a Poggio Sannita risale già ad alcuni anni fa. Il responsabile non è venuto mai fuori. Ad un certo punto, dopo qualche tempo che non si sono registrati episodi incendiari, si ipotizzò che il caso fosse stato risolto, o meglio chiuso forse per la morte del maggiore sospettato, ma mi pare che i fatti di questi giorni dimostrino il contrario».